I conti in tasca al Comune di Trapani. Anzi, meglio. I conti in tasca ai cittadini trapanesi. Con la Tari, la “tassa” sulla spazzatura. Due studi per poterli fare. Quello della Uil e l’altro dell’Associazione CittadinanzAttiva. Studi nazionali sui numeri dei capoluoghi di provincia. Quello del sindacato è basato sulla Tari media pagata da 4 persone con un appartamento di 80 metri quadrati. L’altro dell’Associazione fa riferimento alla Tari media pagata da 3 persone con un appartamento di 100 metri quadrati. I dati presi in considerazione vanno dal 2015 al 2020. Quelli della Uil dicono che negli anni 2015, 2016 e 2017 – si tratta di anni che fanno riferimento all’amministrazione del sindaco Vito Damiano – la Tari media per 4 è stata di 420,15 euro. Gli stessi dati dicono che nel 2018, con il commissario Francesco Messineo – vanno a vuoto le elezioni del 2017 con il ritiro al secondo turno del candidato sindaco Mimmo Fazio – la Tari media per 4 sale a 660,65 euro. Un vero e proprio salasso. Le elezioni del 2018 consegnano la città di Trapani nelle mani di Giacomo Tranchida che, tra i punti del suo programma, ha la riduzione delle “tasse”. Parte – nel sistema rifiuti la differenziata nel 2019 – ed i numeri dicono che la Tari, sempre quella media per 4 con appartamento di 80 metri quadrati, scende. In particolare: è di 549,82 euro nel 2019 (-16,8%) e di 493 euro nel 2020 (-10,2%). I numeri difficilmente mentono e di conseguenza l’amministrazione Tranchida può, a buon diritto, affermare che ha proceduto ad una progressiva riduzione della Tari. Cosa che intende fare anche nel 2021, ma con una postilla non da poco: “Sarebbe intendimento dell’amministrazione proseguire con la politica già attuata di progressiva diminuzione della Tari ma si stanno valutando in concreto tutti gli effetti/conseguenze della corrente pandemia che, sotto l’aspetto della gestione puntuale dei vari elementi dell’emergenza, anche in questo campo, purtroppo genera diversi e vari contraccolpi. Basti pensare al ritiro domiciliare in luogo a quanto spetterebbe all’Asp dei rifiuti classificati speciali delle persone che si trovano in quarantena o alle speciali sanificazioni territoriali che nel tempo si sono dovute assicurare”. I numeri dunque sono questi e non possono essere messi in discussione. La riduzione c’è stata. Purtuttavia, a conti fatti, i trapanesi continuano a pagare più di quanto pagavano, quando non avevano una differenziata degna di questo nome. Perché con Damiano la Tari – sempre quella media per 4 – era di 420,15 euro, mentre ora è di 493 euro, quindi con una differenza negativa di 72,85 euro. Nel mezzo la parentesi “disastrosa” del commissario Messineo – e non soltanto sul versante finanziario – che è il punto di partenza dell’amministrazione Tranchida e che consente all’attuale sindaco e giunta di essere soddisfatti del lavoro fin qui svolto. Ma nel concreto il cittadino trapanese paga di più rispetto a quanto sborsava nel 2017. La conferma arriva anche dallo studio di “CittadinAnza Attiva”. In questo caso la Tari media è per 3 persone e l’appartamento è di 100 metri quadrati. Nel triennio 2015-2017 la “tassa” era di 383 euro. Con il commissario Messineo è schizzata a 571 euro, con la giunta Tranchida ha avviato una progressiva riduzione. Nel 2019 si è fermata a 475 euro (-16,82%) e nel 2020 è arrivata a 424 euro (-10,74%). I trapanesi? Continuano a pagare di più rispetto all’amministrazione Damiano: la differenza è di 41 euro. L’amministrazione Tranchida ha però qualche altra freccia al suo arco. Una è quella degli sgravi per chi conferisce – fa la differenziata – nel Centro Comunale di raccolta che si trova sul Lungomare Dante Alighieri, che presto sarà trasferito nella zona industriale, e per chi porta i rifiuti nei centri di raccolta mobili. Pure Palazzo d’Alì s’è messo a fare un po’ di conti per dire che: “Mediamente, una famiglia di 3-4 persone che effettua regolarmente il conferimento in queste strutture della differenziata domestica può usufruire di un ulteriore sconto di 150 euro che può arrivare fino a 200 euro”. Non finisce qui. C’è un’altra freccia all’arco dell’amministrazione: “Ci sono nuclei familiari che, in aggiunta, hanno potuto scegliere di effettuare il compostaggio domestico della parte di rifiuto umido prodotto mediante la compostiera richiesta e ricevuta in comodato d’uso, attraverso la quale possono ricevere un ulteriore bonus di 100 euro l’anno”.