GRANDE CITTA’, LA LETTERA APERTA DELL’EX SINDACO VINCENZO AUGUGLIARO

18 Febbraio 2021

Gli ultimi vani tentativi per procedere a una variazione territoriale dei Comuni di Trapani ed Erice risalgono al 2005 quando, su iniziativa di comitati civici e forze politiche diverse, si organizzò un interessante convegno nella sala conferenze della Baia dei Mulini e si costituì il “Comitato per la fusione dei Comuni di Trapani ed Erice”. Le iniziative guardavano con favore la normativa regolata dall’art. 8 della legge regionale siciliana n. 30 del 2000, che prevedeva: “alle variazioni territoriali dei comuni si provvede con legge, previo referendum
delle popolazioni interessate”. Qualcuno auspicò anche un intervento autoritativo della Regione con apposito provvedimento legislativo che istituisse, in deroga alla normativa vigente e per ragioni di carattere culturale di
valenza internazionale, il comune di “Erice Vetta” provvedendo, nel contempo, a definire i nuovi limiti territoriali tra i comuni di Erice, Trapani e quelli limitrofi. Riproponendo con ciò un’idea cui si era pervenuti nel 1989 con la presentazione di due disegni di legge all’Assemblea Regionale Siciliana; presentati, il primo dall’allora Gruppo Comunista il 10 febbraio 1989, il secondo dallo stesso presidente della Regione siciliana, Rino Nicolosi, il 14 luglio 1989, a nome del Governo regionale, accompagnato da una relazione in cui si leggeva tra l’altro: “……… I territori dei comuni di Trapani ed Erice si intersecano formando un irrazionale groviglio di confini con porzioni di territorio intercluse. La situazione si è aggravata negli ultimi decenni a causa dello sconfinamento dell’abitato di Trapani entro il perimetro comunale di Erice……Non essendosi raggiunta l’intesa da parte dei comuni interessati, dovendosi comunque addivenire alla definizione della nuova determinazione dei confini soccorre l’articolo 1 del decreto del Presidente della Regione 29 ottobre 1957, n. 3. Ad essa il Governo regionale perviene sulla base di una proposta, visualizzata nell’allegata
planimetria…La proposta di legge prevede pertanto l’assegnazione al Comune di Trapani di quella parte di territorio ericino, del tutto avulsa di ogni contiguità con il centro di Erice e che viceversa presenta connotati di sostanziale continuità con il centro abitato di Trapani…”. Come è noto, nei primi anni novanta, iniziò una stagione di rivolgimenti politici epocali, con un lento ma inesorabile sconvolgimento politico che mise di fatto fuori governi e classe dirigente della cosiddetta “prima repubblica”. Un sogno avviato a realizzarsi per il fattivo concorso di volontà politiche manifestate da tutti i partiti, al quale da Sindaco avevo lavorato moltissimo, congiuntamente al nostro esperto Ing. Mastrorilli, riprese lentamente un percorso inverso di declino e di abbandono. Cosa si può fare oggi per porre fine, con un’azione forte e risolutiva, a un fatto fisico-amministrativo-demografico-economico abnorme oltre che singolare. Circa 30.000 trapanesi, emigrati per forza nel tempo, che risiedono fuori dai confini amministrativi della loro città, una città nella quale, peraltro, moltissimi lavoravano e tanti lavorano ancora oggi. Rimane indifferibile l’esigenza di procedere alla variazione dei confini amministrativi fra il Comune di Trapani e quello di Erice, o alla loro diretta fusione, al fine di consentire il recupero di una identità socio-urbanistica di questi due centri oggi largamente mortificata se non
completamente perduta.  L’auspicio è che si crei una città di oltre 100.00 abitanti che potrebbe disporre di maggiori risorse finanziarie per la gestione dei servizi del territorio (sicurezza stradale, igiene, erogazione idrica, servizi socio-assistenziali, trasporti, pianificazione urbana), ma che potrebbe anche vantare, per le sue nuove dimensioni demografiche e territoriali, il diritto ad uscire da una incombente condizione di sudditanza cui sembra destinato il proprio territorio, che, più volte, ha rischiato di essere privato di tradizionali patrimoni come la Biblioteca Fardelliana, il Luglio Musicale, il Polo didattico Universitario, o di altre indispensabili fonti per il proprio sviluppo, come il Porto e l’Aeroporto. Solo una forte iniziativa politica, portata avanti da tutti i partiti e fatta propria dai Consigli comunali di entrambe le città potrà risolvere nell’immediato tale annosa questione. Oggi, nei trapanesi, è presente un diffuso sentimento di forte rammarico per la vicenda
Misiliscemi, che ha visto il tradizionale territorio della nostra città privato di una significativa parte di esso, attraverso un percorso che contrasta con le esigenze di un più vasto accorpamento da più tempo reclamate.
I Sindaci di Erice e di Trapani, supportati dai propri Consiglieri, dovrebbero cogliere questo diffuso sentimento popolare per rispondere alle attese della stragrande maggioranza dei cittadini, chiamandoli a pronunciarsi attraverso il previsto istituto referendario. L’eventuale mancanza di tale disponibilità dovrà indurre tutte le forze politiche a rivolgersi alla Regione perché, come previsto dalla legge, dia avvio al procedimento di variazione dei confini indicendo i referendum, direttamente, con atto formale della Giunta regionale.

Vincenzo Augugliaro
    Sindaco di Trapani dal 1986 al 1991

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