TRAPANI, TRANCHIDA E LO SCONTRO CON LA CAMERA PENALE. REPLICA E CONTROREPLICA

25 Gennaio 2021

Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida s’è preso qualche ora in più rispetto ai suoi normali tempi di reazione ed ha così definito una replica in “punta di diritto” alle censure della Camera Penale di Trapani, che ha deciso di schierarsi con l’avvocato Massimo Zaccarini, escluso dal nuovo consiglio d’amministrazione dell’Atm per avere deciso di assumere la difesa dell’ex direttore generale della società Giuseppe Barone, coinvolto nell’operazione antimafia “Ruina”. Il primo cittadino definisce le affermazioni della Camera Penale “improvvide”, che denotano “una scarsa conoscenza sia dei fatti sia delle norme che regolano la decadenza e la nomina di consiglieri di amministrazione nelle società partecipate”. Da qui spazio alle precisazioni di Tranchida. La prima: Zaccarini non è stato revocato ma non riconfermato. Il sindaco entra nel merito: “Il Cda di cui faceva parte l’avvocato Zaccarini già in data 22 dicembre 2020 era cessato in toto. Non ci sono stati pertanto, da parte del sottoscritto, atti di revoca, i quali, per legge, richiesto motivazioni ben precisa”. La seconda precisazione del sindaco: “Il 21 dicembre, il presidente pro tempore ha convocato, con urgenza, l’assemblea per la nomina del nuovo Cda. Non si trattava pertanto né di sostituzioni, né di revoche od altro.
L’atto di nomina, quali componenti di Cda, non richiede alcuna motivazione o giustificazione, né esplicita né implicita del socio unico sulle sue scelte, nè tantomeno prevede in alcun modo la riconferma o meno di ex componenti”. Di conseguenza il socio unico, che è il Comune di Trapani, può fare le scelte che ritiene più opportune ed il sindaco che lo rappresenta può scegliere chi vuole, nel rispetto di quel che viene previsto dalle norme in materia ma che non rientrano nelle censure della Camera Penale. E tanto per essere ancora più chiaro, Tranchida aggiunge e sottolinea: “Tali nomine, effettuate in base a valutazioni politiche e professionali/caratteriali su manager aziendali, certamente non riguardano la Camera Penale”. Tranchida conclude la sua seconda precisazione ed affonda il colpo: “Una sola cosa quindi risulta intollerabile, l’intromissione/interferenza di una organizzazione, certamente non riferibile al potere legislativo né, tantomeno, a quello giurisdizionale, in scelte unicamente di competenza politico-fiduciaria del socio unico della società partecipata Atm”. Come dire, le nomine non vi riguardano. “Gli ex consiglieri Carpintieri, Di Giovanni e Zaccarini – rimarca Tranchida -, sanno bene che le mancate nomine in Atm sono ascritte alle valutazioni politico – fiduciarie del socio unico, Comune di Trapani, che mi pregio di rappresentare, al cui esclusivo appannaggio si ribadisce, per disposizione normativa e statutaria, compete la nomina dei consiglieri del Cda”. Quindi, scelte legittime, nel rispetto delle norme e fiduciarie, elemento quest’ultimo che finisce per tagliare corto su diversi aspetti di questa vicenda. Tranchida apre poi ufficialmente il “caso Zaccarini”. E lo fa in questo modo: “Non può non rilevarsi, tuttavia, che ragioni di opportunità del patrocinio legale, da parte dell’avvocato Zaccarini nei confronti del dottor Barone, avevano mosso il sottoscritto ad una legittima richiesta di riflessione politica da parte del consigliere Zaccarini – in sede politica nominato! -, in considerazione degli importanti  incarichi ricoperti dal Barone all’interno di Atm sino al mese di settembre 2020, della peculiarità e gravità dei fatti e dei reati contestatigli e ciò, alla luce del Codice Etico dell’azienda.
Questa Amministrazione, a differenza dell’avvocato Zaccarini, ed, a quanto pare, anche della Camera Penale di Trapani, che improvvidamente ne ha assunto la difesa, non è munita di alcuna sfera di cristallo tanto da poter affermare, fin da adesso, che le indagini ancora in corso relative alla operazione Ruina non possano con assoluta certezza riguardare fatti o atti relativi alla amministrazione di Atm da parte dell’indagato”. Il sindaco va oltre: “Credendo fermamente nel sacrosanto principio della presunzione di innocenza, sin da subito ho pubblicamente augurato che il Barone riuscisse a dimostrare la propria estraneità ai gravi fatti contestatigli. Ma, allo stesso modo, constatando che i fatti oggetto di indagine – a tutt’oggi in corso? – si sarebbero verificati contestualmente con lo svolgimento degli importanti ruoli dallo stesso espletati all’interno dell’azienda Atm, ha invitato tutti i componenti del Cda, tra cui l’avvocato Zaccarini, ad effettuare le necessarie verifiche e controlli sull’operato di questi a tutela della trasparenza e del buon andamento dell’amministrazione”. Tranchida, dopo avere precisato e definito i suoi passaggi amministrativi e politici passa all’attacco: “Ed allora viene da domandarsi come possa affermarsi con assoluta certezza che un ruolo tanto delicato ed importante, quale la difesa penale di un soggetto sottoposto ad indagine per associazione mafiosa, non possa interferire, anche solo potenzialmente  – come specificato nel codice etico aziendale – con la capacità di un amministratore di valutare atti di gestione effettuati dallo stesso indagato? Come può il controllore controllare in modo imparziale colui che legittimamente difende da gravose accuse? A tali domande soccorre una sola risposta, quella dell’opportuna sensibilità politica nell’astenersi da tale possibile potenziale conflitto”. Il sindaco chiude la sua lunga replica con una provocazione: “Spiace constatare come un importante organizzazione quale la Camera Penale di Trapani abbia perso una importante occasione per farsi portavoce delle legittime aspettative di una categoria alla quale va tutta la mia più profonda e sincera stima, piuttosto che di speculazioni politiche da discutere nelle naturali sedi di confronto, a meno che non voglia essa Camera, con tale comunicato, annunciare pubblicamente un ingresso in politica. Se così fosse i miei più sinceri auguri. La pluralità delle voci e delle idee in politica è il sale della democrazia, ma senza fare confusione nell’esercizio di ruoli e funzioni, basta uscire allo scoperto e metterci la faccia”. Di poche righe la controreplica del direttivo della Camera Penale: “Abbiamo letto la replica al nostro documento del sindaco Tranchida che ricorda come le nomine in una partecipata siano figlie dello spoil system. Ma il nostro documento – “Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune” – poneva l’attenzione sul rispetto dei valori costituzionali e, in particolare, su quello dell’inviolabilità del diritto di
difesa. Per il principio di proporzionalità non ci occuperemo delle rimanenti questioni agitate nella replica del indaco, perché è materia estranea alla nostra associazione. Il tema da noi sollevato era diverso e ci dispiace che non sia stato compreso. La questione è, e rimane un’altra: può un’indagine mettere in discussione la fiducia che lo stesso politico ha riposto nell’amministratore, per il solo fatto che quest’ultimo sia anche difensore di un indagato? A questa domanda, la replica del sindaco non ha dato risposta!”.