Il presidente dell’Anci Sicilia e sindaco di Palermo Leoluca Orlando apre la porta del confronto: “Su un tema così delicato come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e della tutela ambientale ci sembra di fondamentale importanza il coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate. E’, quindi, assolutamente necessario avviare un confronto tra governo nazionale, governo regionale ed enti locali per affrontare con attenzione e responsabilità la questione”. Tra i 67 siti individuati nel Piano nazionale dei depositi radioattivi sono state inserite le aree di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera. C’è poco da discutere per il movimento Cento Passi che schiera i suoi amministratori e dirigenti locali: “Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti, non dei rifiuti radioattivi. L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Parliamo di territori, come nel caso delle Madonie impegnate in una battaglia per l’istituzione delle zone franche montane, che da tempo chiedono altro tipo di attenzione. Parliamo di aree, come nel caso di quelle del trapanese, votate al turismo e di straordinario pregio paesaggistico ed archeologico, che sarebbero umiliate da una scelta simile. Parliamo del territorio del nisseno già profondamente devastato dagli scempi ambientali. Rispondere ai bisogni dei territorio con la proposta di trasformazione di queste aree in discariche radioattive è semplicemente irricevibile perché offensivo e mortificante per queste comunità”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’Udc trapanese che si fa sentire con il suo segretario provinciale Fabio Bongiovanni: “L’indicazione di zone di rilevanza culturale, storico-archeologica ed ambientale tra i siti dove stoccare rifiuti tossici e nucleari in Sicilia è definibile come un’azione proditoria da parte del governo nazionale. Esprimiamo tutto il nostro sconcerto per le notizie che oggi hanno reso plastico il modo in cui la Sicilia viene offesa e deturpata in maniera deliberata. Non possiamo accettare che a due passi dal parco archeologico di Caltatafimi-Segesta prenda corpo una discarica per rifiuti radioattivi, così come ci sentiamo vicini e solidali con i cittadini dell’area naturalistica delle Madonie dove un’altra scelta scellerata di questo governo prevede un deposito di rifiuti nucleari unitamente a quella individuata nel territorio di Butera in provincia di Caltanissetta. Faremo sentire la nostra voce in tutte le sedi, si scordino di trasformare la Sicilia in discarica nucleare”. L’Udc alza il tiro anche con il responsabile del movimento giovanile del partito Marco Bonfratello. Dopo la Cisl, anche Cgil e Uil fanno sentire la loro voce: “Non possiamo che esprime preoccupazione per la possibilità che alcune aree del Trapanese vengano trasformate in discariche per rifiuti nucleari. Il sindacato si oppone a qualsiasi azione che metta in pericolo la salute dell’ambiente e dei cittadini. Un territorio a vocazione turistica come quello trapanese, che basa una grossa fetta della sua economia sulle bellezze naturali e paesaggistiche ma anche sulle eccellenze agroalimentari, non può rischiare un danno di immagine che lo comprometta”.