DEPOSITO DI RIFIUTI RADIOATTIVI, IL PD TRAPANESE PRONTO ALLE BARRICATE. “QUI TURISMO ED AGRICOLTURA”

5 Gennaio 2021

La questione: l’Italia deve dotarsi di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Non può più, ancora per molto tempo, inviare le sue scorie all’estero. Le regole dell’Unione Europea sono chiare. Dopo 6 anni sono state individuate 67 zone dove poter realizzare l’impianto. La Sogin, società incaricata del progetto, ha presentato la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. In Sicilia sono stati individuati 4 siti, nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Si tratta in particolare di Trapani, Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana (Castellana Sicula) e Butera. Le aree, sull’intero territorio nazionale, sono state divise in tre classi: A, B e C e sono in ordine d’idoneità decrescente. Nella classe A – a sua volta divisa in A1 ed A2 – sono state inseriti i territori con aree considerate molto buone e buone. La classe B è invece riservata ai territori insulari, mentre la classe C è quella relativa alle aree sismiche. I 67 siti sono stati divisi per classe ed inseriti nelle relative tavole di riferimento. Quella siciliana è la numero 6. La scelta finale, si legge, nell’avviso di “avvio della procedura per la localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico”, chiamerà in causa direttamente i territori chiamati in causa. L’avviso infatti sottolinea che “nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione, le Regioni, gli Enti locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, possono formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta e non anonima secondo le modalità indicate sul sito depositonazionale.it”. L’elenco ufficiale dei siti ha scatenato la reazione dei territori e quello trapanese è sicuramente tra i più attivi. Superattivo il Partito Democratico che si è fatto sentire con una nota dell’Unione provinciale: “La notizia, appena arrivata, è allarmante e sconcertante. Nella nostra provincia vengono individuate ben due delle quattro aree siciliane: Trapani e  Calatafimi – Segesta.
Indubbiamente, visto la geografia e la geologia che caratterizza la nostra provincia, appare evidente che le zone individuate non rispondano ai 28 parametri richiesti nel 2014, i quali prevedono che questi depositi vengano costruiti lontano da aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane ed inondazioni. Comprendiamo la necessità di dotarsi di questi depositi, ma tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, come quelli della nostra provincia, in cui le principali risorse a sostegno dell’economia sono il turismo e l’agricoltura”. Da qui l’annuncio: “Non indietreggeremo di un passo: come Unione provinciale del Pd ci impegneremo, attraverso tutti i rappresentanti del Partito Democratico in ogni sede – comunale, regionale e nazionale – per tutelare la salute dei cittadini e dei nostri territori”. Prima ancora dell’Unione era arrivata sui tavoli delle redazioni la dichiarazione congiunta del presidente dell’assemblea provinciale del Pd Valentina Villabuona e del segretario cittadino dei dem di Calatafimi Rosario Vivona: “La notizia della pubblicazione dei siti dove costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è allarmante, nella nostra provincia viene individuata l’area di Calatafimi – Segesta che certamente non risponde ai parametri richiesti, ovvero aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane, inondazioni. Non è la prima volta che questa zona è interessata da questo tipo di operazioni, ricordiamo il progetto di Gallitello dove doveva sorgere un impianto privato di smaltimento rifiuti, in una zona che è di fatto il <<granaio di Calatafimi>> e che avrebbe distrutto le colture biologiche e messo in ginocchio l’agricoltura della zona. Seppure capiamo la necessità che ha l’Italia di dotarsi di questi depositi, tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, ricordiamo solo che nel territorio di Calatafimi ci sono boschi naturali come quello di Angimbé unici in Sicilia. Questo impianto non sarà mai realizzato, perché ci impegneremo attraverso i rappresentanti del Partito Democratico affinché le zone siciliane vengano riviste, rispettando i parametri indicati e che certamente non possono riguardare un territorio come quello di Calatafimi – Segesta”.

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