ERICE, CASO PARCHEGGI. LE MOTIVAZIONI DEL TRIBUNALE DEL RIESAME

29 Ottobre 2020

Le motivazioni del Tribunale del Riesame di Palermo, che ha annullato il divieto di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice alla sindaca Daniela Toscano, censurano nettamente la tesi accusatoria nel cosiddetto “caso parcheggi”. La prima cittadina è stata chiamata in causa dalla Procura per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di calunnia. Per l’accusa avrebbe fatto pressioni sugli uffici comunali competenti per agevolare una società che aveva il fratello Massimo, consigliere comunale nel capoluogo – anche lui sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora, poi annullato dal “Riesame” – ed avrebbe poi calunniato Luigi Manuguerra, morto prematuramente di recente, per le sue dichiarazioni alla stampa sulla gestione dei parcheggi. Il “Riesame” è quanto mai chiaro sulla condotta della sindaca ed in quattro punti dice la sua in maniera netta: “Non è in alcun modo ipotizzata l’illegittimità dell’autorizzazione rilasciata alla società A.GI.R. Service, posto che tutti i funzionari sentiti hanno confermato la conformità a legge del provvedimento favorevole; non è adeguatamente dimostrato che l’accelerazione impressa al procedimento abbia prodotto un risultato contrario alle regole (o anche alla prassi) adottate dall’ente; non vi è evidenza di una macroscopica comunque rilevante anticipazione dei tempi rispetto ad analoghe pratiche amministrative; la celere definizione del procedimento, considerata la necessità di predisporre per la stagione estiva adeguate aree di parcheggio nei pressi del litorale, appare supportata da un interesse pubblico, e non invece ispirata alla sola intenzione di strumentalizzare la funzione per fini privati. Il “Riesame” non riscontra neanche il presunto diverso trattamento con altre due istanze presentate nel 2018 per la gestione di altri parcheggi. Il riferimento è alle iniziative della società “Barbarossa” e dell’associazione culturale “Camesena”. “Nonostante gli approfondimenti investigativi – scrive il Tribunale – abbiano concentrato l’attenzione sul diverso trattamento che sarebbe stato riservato ad altre due istanze analoghe, dirette ad ottenere l’autorizzazione alla gestione di parcheggi all’aperto su aree private adiacenti il litorale, le risultanze dell’indagine non appaiono univoche”. Le istanze della “Barbarossa” (negativo) e della “Canesena” (positivo) sono state messe a confronto con quella della “A.GI.R” e la conclusione del “Riesame” è che “raffrontati i termini di definizione delle due procedure va evidenziato che non emergono macroscopiche anomali tali da poter ragionevolmente definire ingiusta e contraria al diritto la anticipata definizione positiva dell’iter amministrativo avviato dall’istanza della società “A.GI.R Service”, di conseguenza il vantaggio patrimoniale derivante dall’avviamento, peraltro a distanza di ulteriori 28 giorni dall’attività d’impresa”. Ed ancora: “Era interesse dell’amministrazione la predisposizione tempestiva di adeguate aree di parcheggio a servizio dei lidi. Invero, il sindaco, pur non disponendo di competenze specifiche in materia, aveva riservato attenzione anche alla pratica Camesena intervenendo evidentemente in forme più blande rispetto a quanto fatto per la pratica A.GI.R., riferibile al fratello, dopo la bocciatura dell’ampliamento richiesto a causa del vincolo ambientale insistente sull’area di parcheggio”. Messa in discussione la prima ipotesi di reato cade anche la seconda, quella di calunnia. “Non risultando provata la condotta di cui al capo B e, dunque, in concreto, la effettiva deviazione dalle funzioni pubblicistiche a fini meramente privati – continua il “Riesame – né tantomeno l’esistenza di un sistema di gestione dissennato o clientelare delle richieste amministrative di autorizzazione all’apertura di parcheggi, vanno esclusi i gravi indizi di colpevolezza per il reato di calunnia. E’ infatti inverosimile che l’indagata, ritenendo il comportamento dell’amministrazione locale, da lei rappresentata, conforme al diritto ed all’interesse pubblico, si sia sentita danneggiata e diffamata dai contenuti delle dichiarazioni rese da Luigi Manuguerra, formulando una denuncia nei confronti dell’esponente politico”. Le motivazioni del “Riesame” non chiudono tutta via il caso. La sindaca ed il fratello, e gli altri indagati, hanno ricevuto la notizia della chiusura delle indagini, che potrebbe portare alla richiesta di rinvio a giudizio. La Procura aveva chiesto per sindaca e consigliere, gli arresti domiciliari. Più che probabile che siano ancora in corso ulteriori approfondimenti d’indagine.

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