COMUNALI, CAMPOBELLO. L’ATTO D’ACCUSA DELL’EX MAGISTRATO INGROIA

5 Ottobre 2020

La sconfitta è bruciante e le dichiarazioni sono amare. Antonio Ingroia s’è fatto un’idea del voto che l’ha visto perdere nettamente contro il sindaco uscente Giuseppe Castiglione: 67% il primo cittadino, 18% l’ex magistrato. Da qui la sua spiegazione: “Io credo che abbia vinto la paura in senso ampio. La paura di cambiare, la paura della mafia, la paura del ricatto, la paura di apgare i prezzi della legalità”. Ingroia rincara la dose: “Volevamo cambiare Campobello per salvarla e farla rinascere, per darle delle concrete opportunità di riscatto visto che stando alle cifre ufficiali degli ultimi 6 anni, il Comune sta letteralmente morendo, con tutti i giovani che vanno via e con l’economia in caduta libera. Per farla rinascere avevamo bisogno di un voto libero dalla morsa della mafia e dei comitati d’affari. Solo la metà dei cittadini si sono recati a votare. Questo è già un dato molto significativo. Credo che oggi abbia vinto la rassegnazione e la paura”. L’ex magistrato affonda ancora il colpo: “Decenni di amministrazioni ambigue ed un clima di ricatto hanno realizzato questo risultato. Noi volevamo rendere liberi i cittadini di Campobello. Liberi dall’ambiguità, dal malaffare, dalla cattiva amministrazione, dalla mafia. Dalla mafia perché più volte durante questa campagna elettorale gli altri candidati hanno sminuito i nostri appelli alla legalità contro il condizionamento mafioso, spesso raccontando di un paese il cui vero problema non sarebbe la mafia”. Ingroia conclude rammaricandosi: “Ha perso Campobello e la Sicilia intera, da qui, dalle terre feudo di Matteo Messina Denaro, poteva partire il riscatto di tutta la Regione, così non è stato. Noi non ci rassegniamo e continueremo nella nostra azione politica per riscattare questa terra”.

 

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