MIGRANTI, MOGAVERO ALZA IL TIRO SUL PRESIDENTE MUSUMECI

8 Settembre 2020

Il Vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, uomo di pace, per convinzione, culturale ed impegno sacerdotale, ha deciso di andare in “guerra”. Contro il Presidente della Regione Nello Musumeci. O meglio, contro la cultura che il Governatore della Sicilia esprime con le sue dichiarazioni e sui atti politici ed istituzionali. La scintilla ad Agrigento, al recente meeting di Diventerà Bellissima. Ecco quel che ha detto Musumeci e che Mogavero ha deciso di censurare duramente. “Non si chiedono perché la gente si allontana dalla Chiesa cattolica: quando si cerca un sacerdote e le persone trovano un gregario di Zingaretti e Di Maio a fare le prediche, qualche cattolico manda a quel paese i preti e decide di pregare per conto suo. In questa vicenda mi sono ritrovato a combattere contro la gente da cui ci si aspetta condivisione”. Il Vescovo ha deciso di alzare le barricate: “Non è dato di sapere in quali Chiese il Presidente della Regione, o chi per lui, ha ascoltato parole di preti che hanno talmente turbato il suo spirito da provocare l’invettiva lanciata ad Agrigento”. Ed ancora: “È penoso sentire definire gregari di questo o quel politico i sacerdoti che predicano il Vangelo di Cristo, senza se e senza ma! Dovremmo brandire Vangelo e rosario e fischiare il Papa, urlando contro i migranti, per non urtare la sensibilità di chi pensa a respingimenti, rifiuto di soccorso e non accoglienza?”. Da qui l’affondo finale di Mogavero: “Si sappia che giudicare gli eventi del nostro tempo secondo la logica del Vangelo non è interferenza politica; è, invece, tradimento del Vangelo diventare accoliti di chi pretende respingimenti, rifiuto di soccorso, discriminazioni razziste. Tali orientamenti e progetti politici, peraltro, stanno snaturando e tradendo la tradizionale cultura del popolo siciliano, la sua storia, la sua innata religiosità e lo spiccato senso di fraternità e mal si compongono con la soluzione vera e urgente di problematiche spinose del nostro tempo, ancora una volta rinviate dalla politica attuale”.

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