MUSUMECI: “SE E’ COMPETENZA DEL GOVERNO CENTRALE, INTERVENGA. LE REGOLE NON VENGONO RISPETTATE”

24 Agosto 2020

“Da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato, anche perché lo Stato siamo noi, Regione, Comuni, Province”. Nello Musumeci aggiunge: “Non c’è alcuna volontà di scontrarsi con il governo centrale”. Ma nello stesso tempo non c’è alcuna intenzione di subire “atteggiamenti di arroganza, sufficienza e superficialità” e di subire “silenzi”. A questi atteggiamenti il Presidente della Regione è pronto a rispondere “con fermezza”. Perché in discussione c’è il diritto alla salute dei siciliani e quindi “non c’è alcun pregiudizio di carattere politico ma il sacrosanto diritto di tutelare i siciliani e chi si trova in Sicilia”. La linea della Regione è chiara. L’ordinanza della discordia – che impone la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza – è legittima perché Musumeci interviene come “soggetto attuatore per l’emergenza Covid”. “Non m’interessa nulla – ha sottolineato in una lunga conferenza stampa – se chi è in questi centri è nero, giallo, biondo. Quel che conta sono le condizioni in cui vivono gli ospiti di questi centri. Condizioni disumane che non rispettano le norme ed i provvedimenti che sono stati presi per affrontare l’emergenza sanitaria. Ho il diritto-dovere di guardare dentro e fuori questi centri”. Ed è quello che sta già facendo con una task force di esperti, chiamati a relazionare sulle condizioni degli hotspot”. Musumeci lancia dunque la palla dall’altra parte della rete. E dall’altra parte c’è il governo centrale che considera la questione di sua esclusiva competenza perché materia di immigrazione. Il Presidente, con la sua task force, intende mettere il governo Conte con le spalle al muro: “Se dite che è vostra competenza, anche quella sanitaria, siete fuori legge perché non vengono rispettate le regole di prevenzione”. Da qui l’annuncio che senza risposte da Roma ed alla scadenza delle 24 di oggi, il passo successivo, con le relazioni sulle condizioni degli hotspot sarà quello della denuncia alla magistratura. In sintesi, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità della mancanza delle condizioni di prevenzione. “Se le competenze sono vostre”, ha rimarcato Musumeci, rivolgendosi al governo nazionale, “esercitatele”. Ed ancora: “Il governo nazionale la smetta di mostrare i muscoli e faccia il suo dovere”. Gli accertamenti regionali nei centri hanno come riferimento le direttive del Ministero della Salute: distanziamento, divieto di assembramenti ed altro ancora. Musumeci lega l’ordinanza dello scontro alle due precedenti: “Sono state attuate senza alcun problema. Anche questa che ha destato tante polemiche è in linea con le precedenti”. Il Presidente ha anche ribadito di essere pronto a difendere le ragioni della sua ordinanza di fronte alla magistratura amministrativa se il governo Conte “dovesse impugnarla”. Nel suo incontro con la stampa il Governatore della Sicilia ha ripercorso le tappe di quello che si preannuncia, sempre di più, come uno scontro istituzionale senza precedenti. “A marzo, aprile, abbiamo lanciato l’allarme per i flussi migratori, ma non siamo stati ascoltati. C’è stata una sottovalutazione del problema degli sbarchi. Ho sentito decine di volte il Ministro dell’Interno”. Musumeci, per essere ancora più convincente, ha messo in campo i numeri: “A luglio sono sbarcati 7.067 migrati. Sapete quanti sono stati l’anno scorso nello stesso periodo?1.088. Il dato di questo mese è relativo fino a ferragosto e sono già stati registrati circa 3.000 arrivi. L’anno scorso in tutto il mese di agosto sono stati 1.268”. La collaborazione della Regione non è mai mancata: “tamponi e test senza alcun protocollo d’intesa con lo Stato”. Ma nessuna risposta da Roma. Neanche sulla richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza per Lampedusa, “richiesta votata da tutto il consiglio comunale”. “Isola – ha denunciato Musumeci – abbandonata a se stessa. Nessuno ha voluto ascoltare il grido d’allarme del sindaco. L’hotspot è in condizioni indicibili”. Non va meglio a Porto Empedocle, Pozzallo, Siculiana. Per il Presidente c’è però ancora tempo per evitare lo scontro frontale: “Se il governo centrale ci dice che tra due, tre, sette, otto giorni è in grado di trovare una soluzione e di far rispettare i criteri di prevenzione e le condizioni di emergenza da pandemia non potremmo che esserne soddisfatti. Se ci sono da mettere i sigilli nei centri siamo pronti a farlo noi. Evidentemente quando non ci sarà più nessuno al loro interno, neanche un gatto”. Ha poi definito “un campo di concentramento”, il centro che dovrebbe essere realizzato a Vizzini in un ex deposito militare: “Per il momento si sono fermati ma vedrete che andranno avanti”. Ha anche ricordato il prezzo pagato dalla stessa zona, il calatino, con l’ex centro Cara di Mineo e le condizioni del centro di Messina. Sul fronte politico, Musumeci ha fatto riferimento alle posizioni critiche del segretario del Pd Zingaretti e del Ministro degli Esteri Di Maio: “Sono loro stessi ad avere detto che non c’è una strategia”. Musumeci invece ritiene di avercela: “Era così difficile pensare ad un ponte aereo? A trasferire sulle navi i migranti positivi? Ricordo a tutti le nostre richieste per le navi. A firmare un protocollo con la Tunisia? Che non è certo in guerra, che non è tra i Paesi più poveri dell’Africa. Necessaria anche una politica di ricollocamento dei migranti nei Paesi dell’Unione Europea”. Il Presidente ha infine ringraziato Salvini, Meloni e Gelmini per la solidarietà politica “ed i tanti che hanno voluto in queste ore manifestarmi la loro vicinanza. Nessuno può permettersi di presentare la Sicilia come una terra razzista anche perché non riuscirebbe a farlo. Rimaniamo in attesa delle decisioni del governo centrale”. Come sempre, al suo fianco, l’assessore Ruggero Razza, che ha il compito di seguire direttamente l’attività della task force in collaborazione con le Aziende sanitarie provinciali.

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