MIGRANTI, MUSUMECI, “PROVOCAZIONI” E COSTITUZIONE

24 Agosto 2020

La politica è fatta di tante cose. Tra queste anche la propaganda. Le istituzioni si reggono invece sulle norme, sulle leggi e sulla loro applicazione. La vertenza migranti – con l’aggiunta del caso virus – si presta ad un clima da stadio. Ad una condizione di contrapposizione. Di conseguenza, per rimanere ancorati alla realtà – e non ad una sua interpretazione e soprattutto rappresentazione interessata – è indispensabile affidarsi ai fatti ed agli atti. E’ ancora argomento di discussione e di scontro l’ordinanza contingibile ed urgente del 22 agosto (numero 33) del Presidente della Regione Nello Musumeci. Ordinanza che all’articolo 1 recita: “Entro le ore 24 del 24 agosto tutti i migranti presenti negli hotspot ed in ogni centro di accoglienza devono essere improrogabilmente trasferiti e/ ricollocati in altre strutture fuori dal territorio della Regione Siciliana non essendo allo stato possibile garantire la permanenza nell’Isola nel rispetto delle misure sanitarie di previsione del contagio”. Oggi è il 24 agosto. C’è sicuramente tempo fino alle ore 24 ma non c’è alcuna notizia, alcun provvedimento che sia in linea con il primo articolo dell’ordinanza. I migranti che erano negli hotspot continuano a rimanerci.Vale lo stesso per i centri di accoglienza. Quindi, l’articolo uno dell’ordinanza non è applicato. La gestione dei migranti è dunque la stessa. Non ci sono cambiamenti rispetto agli obblighi dell’ordinanza. Il suo secondo articolo recita: “Al fine di tutelare e garantire la salute e l’incolumità pubblica, in mancanza di strutture idonee all’accoglienza, è fatto divieto d’ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione siciliana da parte di ogni migrante che raggiunge le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle ONG. Rimangono ferme tutte le ulteriori disposizioni di competenza del governo nazionale in tema d’immigrazione, nonché le vigenti ordinanze del Presidente della Regione”. Da poco sono iniziate le operazioni di sbarco dei migranti che si trovano a bordo della nave “Azzurra”. Hanno concluso il periodo di quarantena e si avviano a seguire le procedure previste per legge. Dovranno essere accertate le ragioni della loro “fuga” dai rispettivi Paesi e sempre secondo le norme verrà stabilito il loro status. Anche il secondo articolo dell’ordinanza di Musumeci non viene dunque applicato. Viene invece applicato l’articolo 117 della Costituzione Italiana che recita: “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie…”. Tra queste al punto 2 c’è l’immigrazione. Si evince dunque che sulle questioni relative all’immigrazione la competenza è soltanto dello Stato. Del resto, la Regione – ma anche gli enti locali – non ha alcun ruolo nelle fasi di sbarco-accoglienza, nella fase di gestione e di controllo degli immigrati e nel finanziamento del sistema. C’è da aggiungere che al momento dello sbarco della nave quarantena l’ordinanza del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida di divieto di sbarco – parla l’albo pretorio on line – non è stata revocata. Ma i migranti stanno sbarcando lo stesso. Nell’articolo 3 dell’ordinanza di Musumeci si legge che “la mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza comporta le conseguenze sanzionatorie previste dalla legge vigente”. Quindi la Regione dovrà sanzionare lo Stato che però ha competenza esclusiva in materia. E non vale l’escamotage, in punta di diritto, dell’emergenza sanitaria che metterebbe in pista le competenze regionali, perché non c’è alcuna emergenza sanitaria ma il rispetto di un protocollo di prevenzione e sicurezza. Le due ordinanze – quella di Musumeci e le due di Tranchida – erano e sono dunque nulle, non possono e non producono effetti. Il resto è dunque propaganda. Ma la propaganda, legittima, non si può fare utilizzando le norme, piegando le istituzioni al confronto politico. E’ una deriva pericolosa, che deve essere fermata da tutti, senza distinzione di colore politico e di responsabilità, perché in gioco ci sono i fondamenti del sistema democratico di questo Paese. I social finiscono per far prevalere la realtà virtuale. Ma qui, in queste ore, in questi giorni, sono state colpite la carne e le ossa della Repubblica. E’ una strada di non ritorno che legittima una provocazione come quella del sindaco di Messina Cateno De Luca: “Non posso sopportare che il Presidente della Regione passi per un pessimo imitatore del sindaco De Luca. Era tempo che si svegliasse, firmando l’ordinanza che impone la chiusura di tutti gli hotspot ed i centri d’accoglienza di migranti in Sicilia. Io ho iniziato oltre un mese fa ed è stato già stabilito che a Messina, tra qualche giorno, il 28 di agosto, sarà chiuso l’hotspot e il Cas allocato da oltre dieci anni presso la caserma Gasparro di Bisconte, Da qui infatti i migranti continuano a fuggire, catapultandosi nelle residenze private e spaventando gli abitanti, mettendo a repentaglio la mia comunità. Roma però ha già annunciato che impugnerà l’ordinanza del Presidente della Regione. A questo punto chiedo a lui quali saranno le sue prese di posizione, perché non è pensabile che questa ordinanza sia stata fatta con il solo scopo di farsela impugnare e dire ai siciliani che qualcosa si è tentato di fare”. Ed ancora: “Caro Musumeci,  tu e la tua Giunta dovete guidare il popolo siciliano alla sommossa. Facci sapere quali sono le contromosse a fronte di un annullamento da parte della mia amica Luciana Lamorgese, che da Ministro dell’Interno ti tratterà come ha finora trattato me, con le mie ordinanze. Uniti, tutti insieme, aspettiamo da te quali saranno le proteste eclatanti che metterai in campo contro il Governo centrale, che con scellerata indifferenza nei confronti dei siciliani, mette a repentaglio la pubblica e privata incolumità”. La parole hanno sempre avuto un peso e gli atti ancora di più. Le istituzioni non possono essere strumento di provocazione politica perché alla fine non si salverà nessuno.

Notizie Correlate