ERICE, TRA MOZIONI DI SFIDUCIA E NUOVI SCENARI POLITICI

4 Agosto 2020

Il grillino Alessandro Barracco l’aveva invitata a mettere la sua firma. Sulla mozione di sfiducia alla sindaca sospesa Daniela Toscano. e Maria Pia Angileri la firma l’ha messa ma sulle sue dimissioni dal consiglio comunale. Ha lasciato alla vigilia di ore decisive per il futuro dell’amministrazione e della stessa assemblea consiliare. Ha lasciato da indipendente e da ex componente di una maggioranza che non c’è più. Il suo ingresso in consiglio è stato determinato dalle ormai lontane dimissioni del consigliere ed assessore Angelo Catalano, coinvolto in una inchiesta giudiziaria che si è conclusa con una sua condanna ad un anno ed 11 mesi, con il rito del patteggiamento, per corruzione ed abuso d’ufficio e con la sua uscita di scena dalla politica ericina. Le dimissioni di Catalano – candidato nella lista “Cives per Erice” – che aprirono le porte dell’aula alla Angileri furono immediate, dopo l’insediamento della giunta e non dovute alle sue successive vicende giudiziarie. Così come fu quasi immediato lo strappo da “Cives”, con una nota del direttivo che annunciò il “divorzio”. L’altro eletto del movimento, Giuseppe Spagnolo, ha deciso di lasciare la giunta dopo il caso parcheggi che ha chiamato in causa la prima cittadina. Prima ancora aveva lasciato il consiglio consegnando il seggio consiliare a Michele Cavarretta. Altro consigliere indicato dal consigliere Barracco per la firma della mozione di sfiducia. Cavarretta, dopo avere annunciato il disimpegno di “Cives” dalla maggioranza – il movimento è stato spesso critico, in tempi non sospetti, nei confronti dell’amministrazione comunale, prendendone le distanze in alcune fasi politiche – ha anche ufficializzato la sua disponibilità a sottoscrivere la sfiducia presentata da Barracco e dall’altro consigliere grillino Eugenio Strongone, confermando la linea alternativa di “Cives”. Le dimissioni della consigliera Angileri determinano un ulteriore momento di confronto in aula. Al suo posto subentra Bruna Arceri, rappresentante storica del movimento che ha come suo punto di riferimento Piero Spina. Le firme alla mozione grillina potrebbero così salire a 4. Ed emerge anche un dato politico. In campo, in questo momento, ci sono due mozioni. La prima presentata qualche tempo fa da Simona Mannina, Giuseppe Vassallo, Alessandro Manuguerra e dai grillini Barracco e Strongone. Mozione che non è mai stata messa all’ordine del giorno perché è sempre mancata una firma per poterla discutere. La seconda mozion è invece recente ed è figlia dell’inchiesta giudiziaria. Porta le firme di Barracco e Strongone con la disponibilità di Cavarretta, che è politica e non a titolo personale e la firma potenziale della Arceri. Un’intesa tra le due mozioni avrebbe dunque i numeri per essere posta all’ordine del giorno dei lavori consiliari potendo contare su 8 firme. Che però sarebbero insufficienti per approvarla. Serve infatti una maggioranza qualificata di 10 consiglieri su 16. Un altro dato politico dell’attuale consiglio è quello della mancanza di una maggioranza a sostegno dell’amministrazione. I gruppi vicini alla ormai ex coalizione Toscano non vanno oltre quota 7: Vincenzo Di Marco, Rossella Consentino, il presidente Luigi Nacci, Simone Vassallo, ed i democratici Ninni Simonte, Pino Agliastro e Carmela Daidone. Con quest’ultimi due che non hanno risparmiato dubbi e perplessità sull’azione di governo. Dall’altra parte della “barricata: Simona Mannina, Alessandro Manuguerra, Giuseppe Vassallo, i grillini Strongone e Barracco, Cavarretta e la neo consigliera Arceri. In tutto, 8 consiglieri. Da verificare infine la posizione di un altro neo consigliere, Santino Alastra che ha preso il posto in consiglio dello scomparso Nicola Augugliaro. Dunque, numeri che portano ad un equilibrio sostanziale che in politica può aprire la strada a qualsiasi scenario.

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