CASTELVETRANO, TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI. OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA

14 Maggio 2020

Una sola regola. Quella di non rispettare le regole. In cosa? Nella raccolta, trasporto, stoccaggio e recupero di rifiuti metallici e ferrosi. Senza autorizzazioni, senza alcuna misura di sicurezza, con uno dei due imprenditori “beccati” che percepiva il reddito di cittadinanza. Così come un lavoratore, rigorosamente in nero, della società di comodo che era il braccio operativo delle diverse e varie attività illegali. Ma la Guardia di Finanza di Castelvetrano ha detto stop. Ha sequestrato tutto quel che c’era da sequestrare, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed ha ricostruito le fasi del sistema che garantiva un fruttuoso traffico illecito di rifiuti. Due imprenditori – entrambi castelvetranesi -, una ditta individuale ed una società di comodo con il fitto di mano d’azienda. Nessuna iscrizione, manco a dirlo, all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali e quindi nessuna autorizzazione a fare quel che invece veniva fatto. Dal 2013 al 2018: traffico di materiale ferroso e di rame. Rigorosamente fuori dalle regole – e non poteva essere altrimenti – anche 140 conferitori, quasi tutti sconosciuti al fisco. Nella rete della Guardia di Finanza sono finite anche le imprese che erano parte integrante del sistema e che ora si ritrovano a dover rispondere di ricettazione perché c’erano di mezzo pure rifiuti pericolosi. I due imprenditori hanno il divieto temporaneo di svolgere attività d’impresa e di ricoprire cariche direttive presso soggetti giuridici. I numeri dell’operazione: traffico illecito di materiale ferroso, pari a circa 10 milioni di chilogrammi e comprensivo di importanti quantitativi di rame; illecito smaltimento di circa 10 mila chilogrammi di rifiuti pericolosi; i proventi illeciti conseguiti dal traffico in argomento sono stati sottoposti a tassazione, con un recupero di circa 2 milioni di euro di materia imponibile complessiva occultata all’erario; il sequestro preventivo dei patrimoni dell’impresa individuale e della società e di beni nella disponibilità degli indagati, anche per equivalente, sino alla concorrenza totale di circa mezzo milione di euro.

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