REGIONE, UN UFFICIO SPECIALE POCO “SPECIALE”. QUEL CHE LA POLITICA NON PUO’ PIU’ PERMETTERSI

3 Maggio 2020

Ecco quel che la politica non potrà più permettersi di fare se non vuole essere travolta dalla crisi, se non vuole lasciarci la “pelle”, dopo la pandemia. Un esempio, sicuramente simbolico, anche se di sostanza, è arrivato dal dibattito su Bilancio e Finanziaria che si è svolto all’Assemblea regionale siciliana. La nuova manovra prevede un posta di 30 mila euro. Poca cosa rispetto ai numeri in discussione. Trentamila euro per tenere in piedi l’Ufficio Speciale di Progettazione. Cos’è? Uno strumento tecnico per “dirigere – si legge nel sito ufficiale della Regione – e coordinare l’intera attività di progettazione delle opere pubbliche regionali”. Come va di moda dire, una task force, con ingegneri, architetti, geologi e geometri. In tutto 50 unità, si legge sempre sul sito della Regione. Uno strumento operativo che ha voluto il Presidente della Regione Nello Musumeci. Non ieri, ma a fine novembre 2018. A poco più di un anno dalla sua elezione. Ufficio istituito con due delibere di Giunta, del 4 e 15 novembre. Un Ufficio che con una delibera del 12 dicembre ed un decreto presidenziale del 19 dicembre ha avuto anche un responsabile, l’ingegnere Leonardo Santoro. Un Ufficio con sede a Palazzo d’Orleans, il cuore politico del potere regionale. Un Ufficio alle dirette dipendenze del Presidente. Un ufficio in carica per 3 anni. Con una priorità tra le priorità: “Fornire concrete risposte alle esigenze di molti Comuni, delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi, spesso carenti di professionalità tecniche e del know how dell’Amministrazione regionale”, tutto scritto nero su bianco. Così come il sistema delle convenzioni che avrebbe dovuto collegare l’Ufficio agli enti locali. Il suo personale è stato reclutato il 19 gennaio del 2019. Di conseguenza è operativo da più di un anno. Cosa ha fatto finora? E’ emerso dal dibattito parlamentare. L’onorevole Nunzio Di Paola – deputato gelese del Movimento Cinque Stelle – ha posto il problema del suo funzionamento quando ha letto l’emendamento alla manovra che stanziava 30 mila euro per l’Ufficio. Ha posto il problema dopo avere ascoltato i rappresentanti dell’Anci Sicilia ed alcuni sindaci. Ecco in sintesi come ha riassunto ciò che gli hanno detto: “Si lamentano che poi non è che hanno tutto questo sostegno da parte di questo ufficio dell’Amministrazione regionale”. Da qui anche la richiesta dell’onorevole di avere qualche notizia sul numero di progetti messi in campo dall’Ufficio. La risposta è arrivata direttamente dal Presidente Musumeci ed è una risposta che non può che fare riflettere: “È un Ufficio Speciale e come tutti gli uffici speciali nasce per una contingenza utilizzando risorse interne. Abbiamo messo assieme una ventina di progettisti assolutamente insufficienti a potere far fronte alla gran mole di lavoro che arriva dagli enti locali, ma anche dai dipartimenti interni della Regione proprio perché non c’è sufficiente personale. Quindi, intanto stiamo racimolando trentamila euro, verrebbe persino da sorridere, per consentire l’essenziale, però su questo tema vogliamo, finalmente, mettere i Comuni nelle condizioni di essere assistiti nella fase della progettazione, se non quella preliminare, almeno quella esecutiva”. Ed ancora: “Oggi avrà fatto, non so, una cinquantina, sessantina di progetti, non sono preparato perché il tema non era all’ordine del giorno”. Ma c’è di più, che potrebbe anche essere considerato di peggio. Perché l’Ufficio è stato finora meno che a mezzo servizio ed in prospettiva ci sarà altro. Musumeci ha infatti annunciato che “arriverà il prossimo mese un disegno di legge per consentire all’Ufficio Speciale di progettazione di poterlo dotare di una particolare veste giuridica, di una particolare dotazione del personale, di particolari poteri affinché possa, assieme al Dipartimento tecnico, lavorare per soddisfare le tante esigenze che arrivano dai Comuni”. In sintesi: un ufficio nato da buone ragioni, voluto politicamente, ma rimasto poco più che sulla carta rispetto alle potenzialità che potrebbe esprimere. In una condizione di crisi preesistente al virus e con un’economia fortemente depressa ed alla ricerca di tutte le opportunità possibili per invertire la tendenza negativa. La politica – come in questo caso – non potrà fermarsi a produrre norme ed in un certo qual modo altra burocrazia, ma passare dalle leggi alla loro reale applicazione. Altrimenti, è facile prevedere, che verrà travolta.

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