CORONAVIRUS, LA PIANA (CISL): TROPPA CONFUSIONE SULLA FASE 2″

21 Aprile 2020

Parola d’ordine: chiarezza. La chiede la Cisl. A motivarla il suo segretario territoriale Palermo-Trapani Leonardo La Piana. In discussione la cosiddetta “Fase 2”, quella della ripresa dopo il blocco delle attività produttive per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. C’è qualcosa che non va e La Piana è pronto a dirlo: “Sulla cosiddetta fase 2, vediamo al momento troppa confusione, bisogna fare un piano chiaro e soprattutto dettagliato perché nei nostri territori sono presenti solo poche grandi aziende, ma tantissime piccole realtà imprenditoriali e produttive, per le quali il costo della riapertura, con tutti i giusti obblighi per la messa in sicurezza dei lavoratori, saranno insostenibili”. La Cisl non ha dubbi. La ripresa non può essere accompagnata da errori. “E’ ovvio che il sindacato vuole che si riparta, che le aziende tornino a essere produttive – sottolinea il segretario generale – ma bisogna sostenere concretamente il nostro tessuto imprenditoriale di Palermo e Trapani, mantenendo come priorità, la tutela della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini”. La questione sicurezza nei posti di lavoro è stata posta dal sindacato, unitariamente, durante la fase più acuta della crisi sanitaria. Ma è un capitolo che rimane aperto. “Tutto – aggiunge La Piana – deve seguire i giusti tempi, ciò che si sta evidenziando in questi giorni è una eccessiva confusione. Noi abbiamo a volte la sensazione che a un maratoneta venga chiesto di fare i 100 metri e al centometrista di fare la maratona. Giorni in cui, sembra da ciò ci comunicano che la situazione del contagio sembra migliorare, altri no, quindi serve massima cautela”.  La Piana pone poi un altro problema, quello delle politiche sociali. Ed anche in questo caso è quanto mai diretto: “Spesso i tempi fra i proclami degli aiuti in arrivo a chi sta soffrendo troppi disagi economici e sociali in questa fase emergenziale e di fatto l’arrivo delle risorse, sono eccessivi. Le misure funzionano se arrivano subito nelle tasche delle famiglie, superando le lungaggini burocratiche, Va riconosciuto un grande impegno delle amministrazioni locali su questo fronte, ma di fatto ciò che manca è il quadro chiaro di tutti coloro che hanno bisogno di queste misure contro la povertà, di essere sostenuti, serve una banca dati certa per intervenire più concretamente. E poi, non si può considerare il privato sociale solo in questa fase di emergenza, ma riteniamo che le istituzioni locali debbano considerare il terzo settore sempre e soprattutto nelle loro scelte strategiche di pianificazione”. Ed ancora: “Ciò che emerge è che non eravamo pronti a questa emergenza a tutti i livelli, dal nazionale al locale, e paghiamo, oggi, le scelte sbagliate fatte nel passato sui tagli alla sanità e sulle risorse esigue sul fronte sociale”. Il segretario conclude aprendo altri due capitoli: anziani e scuole: “Sul tema degli anziani è drammatico ciò che è avvenuto, scarsa vigilanza, gestione approssimativa dei malati, e tutto ciò è costato troppe vite. Serve una chiara mappatura delle strutture e delle loro condizioni, e controlli in questi centri così come chiesto dalla nostra federazione dei Pensionati. Per quanto riguarda la scuola va fatto un plauso ai docenti e ai dirigenti scolastici, per il grande impegno sulla didattica a distanza. Ma bisogna intervenire laddove, come nelle periferie delle nostre città in cui vivono tante famiglie che non sono in grado di avere gli strumenti informatici per far studiare i propri figli, combattendo così il fenomeno della dispersione scolastica che potrebbe essere, temiamo, agevolato proprio da questa modalità di studio improntata in fase emergenziale”.

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