CALATAFIMI-SEGESTA, L’AFFARE DEI PARCHEGGI DEL PARCO. DUE ARRESTI AI DOMICILIARI E CINQUE AVVISI DI GARANZIA

20 Febbraio 2020

L’hanno chiamata operazione “Phimes”. Due arresti e cinque avvisi di garanzia. Un’indagine avviata nel 2018, con i metodi tradizionali e con le intercettazioni. Oggi all’alba i Carabinieri hanno bussato alla porta dell’imprenditore edile Francesco Isca e di Salvatore Craparotta, vicecomandante della Polizia Municipale del Comune di Calatafimi-Segesta fino a dicembre dell’anno scorso. I due sono ai “domiciliari”. Avevano un patto. Isca ha gestito e gestisce con le sue imprese l’area di parcheggio del Parco Archeologico. Craparotta lo aiutava a fare più incassi a colpi di multe a tutte le auto che non parcheggiavano nell’area di Isca ma che si fermavano lungo la strada che porta al Parco. Un sistema consolidato portava Isca a ricompensare Craparotta con un’assunzione di massa dei suoi familiari. La moglie Maria Craparotta ed il genero sono stati assunti nella società “Segesta Green Tour srl”. La figlia di Craparotta era socia al 50% della stessa società, chiamata a gestire il parcheggio. Mentre un altro figlio di Craparotta era dipendente della società “Nuovi Sistemi Edili srl”, proprietaria dell’area di parcheggio. Da aggiungere che Isca viene considerato un imprenditore vicino al re dell’eolico Vito Nicastri. E’ infatti entrato, anche se marginalmente, nell’inchiesta che ha colpito duramente l’imprenditore alcamese. Nella nota dei Carabinieri si sottolinea un altro aspetto che riguarda Isca: “Isca Francesco, è un imprenditore edile originario di Vita, coinvolto marginalmente nella recente inchiesta giudiziaria palermitana sul caso Nicastri-Arata. Lo stesso sino al 2004 conviveva con Crimi Paola Anna Maria, figlia del mafioso Crimi Leonardo e sorella del pluripregiudicato Crimi Salvatore, nonché cognata del mafioso Musso Calogero”. Pesanti anche gli avvisi di garanzia che hanno raggiunto oltre alla moglie di Craparotta, perché convocata dai militari della Compagnia – si legge nella nota – per essere interrogata nell’aprile 2019, concordava preliminarmente con il marito la versione da fornire ai militari e, successivamente, contattava la moglie di Isca per informarla, aiutandolo così ad eludere le investigazioni”. Avviso di garanzia anche per l’ex sindaco Vito Sciortino, che dovrà rispondere delle accuse di abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica, “perché – scrivono i Carabinieri – senza averne titolo – in quanto l’area archeologica, prima di diventare Ente Autonomo, dipendeva direttamente dal Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia -, imponeva alla direzione del Parco Archeologico di Segesta, mediante l’adozione di un atto a sua firma, informale e privo di protocollo, di non far parcheggiare veicoli al suo interno, in tal modo favorendo l’attività di parcheggio di Isca”. L’indagine va al cuore del Comando di Polizia Municipale perché tra gli indagati c’è anche l’attuale comandante Giorgio Collura, con lui altri due Vigili, l’ispettore Leonardo Accardo e l’agente Vito Accardo: “Saranno chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici, condotte finalizzate ad agevolare l’attività dell’azienda di Isca ed a penalizzare quelle concorrenti”.

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