Prove di fusione? Sarebbe un po’ troppo. Ma sicuramente di collaborazione. Gli aeroporti di Catania, Comiso e Birgi hanno deciso di seguire un percorso comune. Lo esplicita il presidente dell’Airgest Salvatore Ombra: ” Vogliamo unire forze e competenze e mirare a diventare un unico sistema che possa sfruttare ogni idea e ogni risorsa a vantaggio di tutto il territorio siciliano. Chiediamo alla Regione siciliana di sostenerci per ottimizzare la promozione turistica e strutturarla al meglio”. Catania e Comiso hanno già avviato un percorso unitario che porta alla fusione. Trapani è di proprietà della Regione al 99%, di conseguenza ci sono tutte le condizioni per fare sintesi. Lo conferma l’amministratore delegato della SAC Nico Torrisi: “Si è trattato del primo incontro tra i tre aeroporti siciliani interessati a fare network per rafforzare le iniziative comuni e avviare nuove sinergie di comunicazione e promozione. Il segnale che questo tavolo vuole mandare è che – nonostante i ritardi accumulatisi negli anni – si farà l’impossibile per recuperare il tempo perduto e per far partire i benefici auspicati, in quanto a nuove rotte, fin dall’estate 2020”. Ombra, in attesa dell’incontro con i vertici di Ryanair, ha aperto la porta del dialogo con una delegazione di consiglieri Under 40 del territorio trapanese. “Abbiamo stretto un patto con il presidente Ombra e sarà nostra cura riportare il messaggio all’interno delle aule consiliari e delle giunte, al fine di lavorare in sinergia con i nostri sindaci”. Ed ancora: “Riteniamo ,infatti, come abbiamo già precisato con la lettera inviata alle istituzioni regionali e nazionali, che la provincia di Trapani oggi abbia bisogno di un aeroporto funzionante per poter lavorare sul marketing territoriale, sul miglioramento delle infrastrutture, sul far crescere il suo appeal per i vari investimenti privati, sul turismo, oltre che per il cambiamento reale”. La priorità di Ombra rimane, al momento, quella di rilanciare l’aeroporto utilizzando le risorse – 9 milioni di euro – che sono state messe a disposizione dalla Regione. L’obiettivo dichiarato è di far decollare Birgi con la Summer 2020. Il percorso individuato dall’Airgest ha la garanzia di essere in linea con le norme europee che si occupano di aiuti di Stato. Ombra ha però già chiamato a raccolta il territorio perché è necessario programmare lo sviluppo dell’aeroporto pensando al 2021, quando le attuali condizioni d’investimento potrebbero non esserci più e pensando che la Regione non può intervenire ancora a lungo per ripianare i debiti che lo scalo accumula ogni anno. Birgi deve trovare una strategia per auto-finanziarsi. Può farlo ma deve essere il territorio a scendere in campo ed a stare in prima linea. Finora non l’ha fatto o l’ha fatto parzialmente.