TRAPANI, IL TRIANGOLO MAGICO ED I GIOIELLI DI FAMIGLIA. LA SFIDA DI TRANCHIDA

22 Agosto 2019

Un triangolo magico che magico non è. Ma che può esserlo ancora. Con un progetto integrato che metta in rete la Colombaia, il Lazzaretto ed il Villino Nasi. E con la necessaria collaborazione tra Comune di Trapani, ex Provincia regionale e Regione. Tre siti simbolo della città che oggi sono “abbandonati, chiusi o scarsamente utilizzati”, si legge nel Documento Unico di Programmazione dell’amministrazione Tranchida. Tre siti che dovranno rinascere con “un unico grande progetto di riqualificazione, finalizzato a realizzare un polo culturale e museale”. “La Colombaia – si legge ancora nel DUP – museo di se stessa”. Il Comune intende acquisirla al patrimonio comunale o in alternativa ad averne la gestione. L’amministrazione comunale è anche pronta ad aprire un “contenzioso culturale”. La Colombaia, ristrutturata, dovrebbe ospitare la nave oneraria romana, scoperta nel mare di Marausa ma finita al Museo Archeologico regionale di Marsala, al Baglio Anselmi. Una vertenza dunque ancora aperta che ha finora diviso il dibattito culturale del territorio tra chi pone in primo piano la forza dell’area di ritrovamento della nave e chi invece dà forza ad una filosofia d’azione che rimanda alla presenza a Marsala della nave punica che finisce per caratterizzarne la sintesi museale. Nel progetto Colombaia anche un percorso museale interattivo e multimediale dedicato alla Battaglia di Drepanum. Rimane in gioco pure una vecchia idea di riutilizzo di alcune aree del sito per ospitare congressi e manifestazioni culturali di livello internazionale. L’amministrazione Tranchida ha delineato una sorta di slogan esplicativo: “Colombaia, simbolo di Pace e del dialogo tra i popoli del Mediterraneo”. Al triangolo magico, che magico non è, la giunta trapanese intende affiancare altri due gioielli di famiglia: Palazzo Lucatelli e la Piazza ex Mercato del Pesce. “Spazi al chiuso ed all’aperto – si legge nel DUP – che ospiteranno il cuore dell’offerta culturale eno-gastronomica ed agro-alimentare trapanese”. C’è così un primo punto di svolta, perché viene indicata, con chiarezza, la loro destinazione d’uso, dopo anni di confronto-scontro. L’amministrazione entra nel merito della sua scelta: “Grazie ad un finanziamento già ottenuto, sarà possibile destinare alcuni spazi a centro culturale, un vero e proprio <<Teatro del Cibo e del Gusto”, realizzando il progetto <<Taste & Eat Trapani>>, letteralmente, degusta e mangia Trapani, saperi e sapori, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare le nostre tipicità ed i prodotti trapanesi, anche e soprattutto in chiave turistica”. Per la Piazza c’è un elemento in più. Il tentativo di recuperarne l’anima di mercato in una versione riveduta e corretta “attraverso installazioni permanenti – vetrine, pannelli multimediali, produzioni artistiche, dell’artigianato e della filiera agroalimentare – ed accogliendo un mercato “a km zero” in alcuni periodi dell’anno e realizzando eventi ed appuntamenti culturali e promozionali”. Non poteva mancare all’appello il Bastione dell’Impossibile che sarà il nuovo quartier generale di giovani artisti e creativi che potranno arrivare da tutto il mondo. Potrà essere la loro casa nel solco della “Farm cultural Park” di Favara. Una esperienza che ha consentito al Comune siciliano di rivitalizzare interi quartieri. Ed è quello che punta a fare anche l’amministrazione Tranchida, perché ad artisti e creativi verrebbe affidato il compito di ridisegnare i vicoli, le piazzette e le case abbandonate del “Catito” e di altri punti del centro storico.

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