ARS A FERRO FUOCO SE PASSA L’ASSE PD-CINQUESTELLE

15 Agosto 2019

La Sicilia in politica – lo dice la storia del Paese – arriva sempre prima. E’ un laboratorio politico permanente. Ed anticipa l’evoluzione delle vicende nazionale. Con una buona dose di contraddizioni, ma con una visione strategica. A Roma è crisi piena, dura. Dagli esiti imprevedibili. Ma le due opzioni più quotate si sintetizzano in voto subito o in governo di legislatura che mette la Lega all’opposizione, la stessa Lega che ha innescato la crisi con la sfiducia al premier Giuseppe Conte, mandando all’aria il contratto di governo con i grillini. O in un governo di legislatura – c’è chi lo chiama istituzionale – che finisce per poggiarsi sull’asse Pd-Movimento Cinquestelle. Governi balneari o per fare una manovra lacrime e sangue sono stretti margini di manovra perchè nessuno sarà disponibile a sostenerli in Aula. E la Sicilia? Di un patto Pd-M5S ne aveva parlato – anzi l’aveva denunciato – l’ex segretario regionale dei Dem Davide Faraone. La sua elezione a segretario è stata annullata lo scorso 20 luglio e lui due giorni dopo aveva dichiarato alla stampa: “Mi batterò con tutte le mie forze per impedire questo schema. La Sicilia rischia di diventare laboratorio politico di questo accordo e Faraone era un problema, per questo si è accelerata la decisione della Commissione di garanzia” . Un accordo Pd-M5S che dalla Sicilia sarebbe arrivato ai Palazzi del potere capitolino. Ipotesi oggi in discussione ma con una contraddizione di fondo. A lanciare la proposta di un accordo istituzionale per un nuovo governo – dopo lo strappo del Ministro degli Interni Matteo Salvini – è stato, per primo Matteo Renzi. Per l’ex premier non si può andare al voto con il rischio di aumentare l’IVA al 25% e con un Paese in crisi economica. Faraone è un fedelissimo di Renzi ed è dunque qui che nasce la contraddizione che tuttavia non scalfisce la forza del progetto politico di un governo Pd-M5S. La politica ha grande fantasia quando c’è da inventare formule e definizioni per rendere meno diretta la sua azione. Potrà essere chiamato in qualsiasi modo, ma l’unica soluzione alternativa alla vecchia maggioranza che non c’è più è quella che passa da un accordo tra Pd e grillini. Un altro particolare sulla linea Palermo-Roma. Faraone, nel suo atto d’accusa, indicava in Dario Franceschini e nei suoi sodali siciliani i fautori dell’accordo con i pentastellati. Ora Franceschini è in prima linea a spingere per un governo con il Movimento Cinquestelle. Il cerchio dunque si chiude. La soluzione di un governo Pd-M5S e sinistra di Liberi ed Uguali metterebbe l’Assemblea regionale siciliana a ferro e fuoco. Si formerebbero due blocchi pronti allo scontro frontale. Pd, M5S e LeU potrebbero contare su 31 deputati su 70, mentre l’area di centrodestra che sostiene il Presidente Nello Musumeci avrebbe a sua disposizione soltanto 32 deputati. Tra i due blocchi contrapposti 7 deputati (2 di Sicilia Futura, 3 di Ora Sicilia e 2 del gruppo Misto). Al blocco Pd, M5S e LeU mancherebbero 5 voti per sfiduciare Musumeci, che potrebbe diventare un bersaglio da caccia grossa. Se la sua vicinanza alla Lega di Salvini finisse per avere un riscontro oggettivo, la sua sfiducia assumerebbe una valenza dirompente nei nuovi equilibri nazionali. Alla coalizione Musumeci, invece, mancherebbero 4 voti per avere una maggioranza seppure risicata, 36 deputati su 70. Una condizione di assoluta incertezza politica che porrebbe il governo dell’Isola su un binario morto. Una condizione insostenibile di fronte ad una crisi sempre più dura che sta massacrando interi settori produttivi dell’Isola. E’ dunque evidente che quel che accadrà a Roma piomberà come un falco sulle dinamiche politiche regionali. Ma ancora una volta, la miccia è stata innescata dalla Sicilia.

Assemblea regionale siciliana

Movimento Cinquestelle 20 deputati

Partito Democratico 10 deputati

Liberi ed Uguali 1 deputato (Fava, presente nel gruppo Misto)

Forza Italia 11 deputati

Diventerà Bellissima 6 deputati

Popolari ed Autonomisti-Idea Sicilia 6 deputati

Unione di Centro 5 deputati

Fratelli d’Italia 4 deputati

Ora Sicilia 3 deputati

Sicilia Futura 2 deputati

Misto 3 deputati (compreso Fava)

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