TRAPANI, CANTIERI NAVALI E LA TERRA DI NESSUNO. LA DENUNCIA DELLA CGIL

30 Luglio 2019

Fronte dal porto. Di quello che dovrebbe occuparsi di cantieristica navale, ma che si ritrova con l’area demaniale dell’ex Cantiere Navale Trapanese ormai, da tempo, terra di nessuno, e con il bacino di carenaggio, di proprietà della Regione, che è stato ristrutturato ma non è mia stato operativo. La Cgil è tornata a suonare l’allarme rosso sul porto di Trapani ed ha proposto d’istituire un tavolo tecnico in Prefettura per trovare una soluzione. L’area ex CNT è demanio statale. E’ stata data in concessione alla “Marinedì”, ma la società non è ancora riuscita ad entrarne in possesso. La Cgil sul punto aggiunge un particolare: “Una parte nevralgica dell’area demaniale, assegnata dal Ministero dei Trasporti a una società romana, è stata concessa, in affitto per circa un anno, dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale, Pasqualino Monti, a una ditta che sta eseguendo i lavori di riqualificazione del porto di Termini Imerese”, si legge nella nuova nota del sindacato. Ed è una scelta che il segretario provinciale Filippo Cutrona finisce per bocciare: “Se è pur vero che alla società assegnataria dell’area non è stata preclusa la possibilità di prendere possesso dell’area demaniale è pur vero che l’aver dato in affitto una porzione dell’area rende oggettivamente impossibile avviare qualsiasi attività”. Sarà pure, aggiunge il sindacato che la concessione del’area in questione è regolata da un canone ma per la Cgil il risultato finale è fortemente negativo perché porta alla paralisi del settore della cantieristica, che rappresenta uno dei più importanti volani per lo sviluppo economico e occupazionale del territorio”. Tra pietre e massi destinati al porto di Termini Imerese ed i capannoni ex CNT che stanno cadendo a pezzi, la condizione di questa parte del porto è davvero allarmante. C’è poi il capitolo aperto del bacino di carenaggio: “Un bene pubblico di proprietà della Regione siciliana per cui sono stati spesi milioni di euro”. Anche qui la nota della Cgil entra nel merito della vicenda: “I lavori infrastrutturali si sono conclusi più di un anno fa, ma ancora non è stata avviata la ricostruzione dell’impianto elettrico, così il bacino di carenaggio è ormeggiato in uno stato di abbandono che rischia seriamente di comprometterne la funzionalità. La sintesi di Cutrona non lascia dubbi: “La chiusura del Cantiere Navale di Trapani si sta ripercuotendo non solo sull’economia e sull’occupazione, ma anche sui traffici marittimi commerciali e crocieristici che sono drasticamente diminuiti. A frapporsi allo sviluppo dell’intero sistema portuale sono anche il rinvio dell’ escavazione del fondale e l’allungamento della banchina Garibaldi”. Il Cantiere è chiuso da 8 anni.

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