LAVORO NERO, CUTRONA (CGIL): “SITUAZIONE E CONDIZIONE DEVASTANTE”

12 Luglio 2019

Un quadro allarmante. Una condizione ad un passo dalle pratiche schiavistiche. La Cgil lancia la sua crociata contro il lavoro nero. Il sindacato ha verificato e studiato le condizioni di lavoro ed ha riscontrato che no vengono rispettate le regole. “Lavorano – si legge in una nota – circa dieci ore al giorno, sette giorni su sette, per uno stipendio giornaliero che oscilla tra le venti e le venticinque euro. Il sindacato parla di lavoro nero e di lavoro grigio, quindi sottopagato. I settori sotto accusa: ristorazione, strutture ricettive, agricoltura ed edilizia. Quello del segretario provinciale della Cgil Filippo Cutrona è più di un grido d’allarme: “Nel territorio trapanese l’occupazione non cresce, un giovane su due non trova lavoro e la disoccupazione giovanile è salita, secondo i dati Istat, al 45,2 per cento. Le donne, di età compresa tra i 15 e i 74 anni, senza lavoro sono il 24,3 per cento, mentre le disoccupate tra i 18 e i 29 anni di età sono il 47,9 per cento. Una situazione drammatica che non fa altro che alimentare un’offerta che punta, in parte, a proporre forme di lavoro irregolare”.  Numeri importanti quella della Cgil che stima in diverse migliaia i lavoratori costretti a lavorare in nero. Vittime eccellenti: “I giovani under 30, spesso ancora studenti che terminata la scuola si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro e trovano impiego nei bar, nei pub, nei ristoranti e nelle strutture ricettive”. Cutrona rincara la dose: “Si tratta di lavoratori invisibili,  privi di contratto, che tra i tavoli, dietro a un bancone o all’interno di un bed and breakfast svolgono attività senza tutele e senza diritti. Coloro che, invece, un contratto lo hanno firmato subiscono frequentemente la violazione delle norme”. In estate ci sono i picchi più alti di irregolarità nel settore turistico. Non va meglio in agricoltura, dove lo sfruttamento riguarda anche i migranti. Allarme rosso pure nell’edilizia: “Se la crisi del settore ha ridotti gli appalti e, dunque, le attività a riemergere, ci sono modelli di lavoro senza regole che puntano al risparmio e che non garantiscono adeguati salari e i livelli di sicurezza previsti dalla legge”. Il segretario della Cgil torna su una questione che rimane aperta: “Il lavoro nero o privo del rispetto dei diritti sanciti da un regolare sta assumendo un carattere allarmante, dando linfa alla criminalità organizzata. Nei vari settori il denominatore comune è quello dello sfruttamento alimentato anche dall’assenza dei controlli. E’ necessario che le istituzioni assumano un impegno continuo e costante nell’attività di controllo per reprimere e far emergere l’illegalità nei luoghi di lavoro. La scusa che l’assenza di personale all’interno degli uffici competenti impedisce i controlli non è più sostenibile perché è necessario affermare la legalità”.

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