Dieci giorni per chiarirsi le idee. Il consiglio comunale di Trapani è stato convocato, dal suo presidente Peppe Guaiana, per il 29 aprile. La prima questione da trattare saranno le dimissioni del vicepresidente Dario Safina. L’aula dovrà prenderne atto e passare al voto per eleggere il nuovo numero due di Palazzo Cavarretta. Lo strappo di Safina nasce dalle intermperanze interne alla maggioranza. Troppe polemiche, dal caso Lipari – con il consigliere di “Muovi-Menti” che ha impedito alla collega Anna Garuccio di parlare in un confronto sul centro storico – alle dichiarazioni della stessa Garucci nei confronti dell’assessore alla Pubblica Istruzione Enzo Abbruscato. Dopo le festività pasquali la maggioranza dovrà prendere posizione. Safina non ha ritirato le dimissioni. Ma potrebbero essere le condizioni per evitare che possa arrivare ancora dimissionario al consiglio del 29 aprile. Potrebbe esserci anche la possibilità di un avvicendamento alla vicepresidenza ma non frutto di uno scontro ma di un accordo tra le componenti della maggioranza. Del resto la coalizione del sindaco Giacomo Tranchida non può presentarsi al voto per eleggere il nuovo vicepresidente senza un accordo politico. Rischierebbe di far saltare gli equilibri consiliari. I tentativi di mediazione sono scattati subito dopo le dimissioni di Safina che ha deciso di ufficializzare con una nota politica quanto mai chiara sulle condizioni di crisi della coalizione. C’è tuttavia chi, nella maggioranza, come il capogruppo di “Amo Trapani” Peppe La Porta non crede alle motivazioni espresse da Safina per giustificare il suo passo indietro. Su “Social” in edicola La Porta, in una intervista, fa il punto della situazione sulle dimissioni di Safina e ne dà la sua interpretazione politica che potrebbe risultare dirompente per la compattezza della coalizione.
TRAPANI, DIECI GIORNI PER “RECUPERARE” SAFINA
19 Aprile 2019
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