Certo che quelli di oggi sono davvero tempi strani, contraddittori. Chi storicamente ha poco a che fare con la Costituzione Italiana perchè fuori dal cosiddetto arco costituzionale, la destra missina per intenderci, s’appella alla Carta e lo pone come scudo. Chi invece storicamente è erede delle culture politiche che hanno costruito l’architrave costituzionale del Paese viene accusato di calpestare la Costituzione. A Trapani è accaduto a settembre dell’anno scorso con l’approvazione da parte del consiglio comunale della mozione “antifascista”, e si è riproposto, sempre in consiglio, ieri, con il via libera dell’aula alle modifiche al regolamento dell’arredo urbano. L’atto deliberativo è stato approvato con un emendamento “antifascista”. La richiesta di suolo pubblico al Comune dovrà essere accompagnata da una dichiarazione di ripudio di fascismo e nazismo. L’emendamento è stato presentato dai consiglieri Dario Safina, Giulia Passalacqua e Marzia Patti. E’ stato sottoscritto da altri consiglieri ed ha avuto il disco verde dell’aula. La reazione politica della destra non si è fatta attendere. L’ex sindaco di Custonaci Peppe Bica e l’ex deputato nazionale Michele Rallo avevano già ingaggiato la loro sfida all’atto dell’approvazione della mozione ed ora non hanno fatto che confermare la loro linea. Interveranno in sede amministrativa, civile e penale se “i diritti costituzionalmente garantiti dovessero subire qualunque forma di limitazione. I due prendono atto anche di una questione di carattere politico: “C’è qualcuno che vorrebbe interrompere la consolidata tradizione di tolleranza e di reciproco rispetto che ha sempre caratterizzato la vita politica della città di Trapani”. Fin qui la reazione storico-politica. Ma c’è anche quella di “pancia” che passa dai social. Come quella di Giuseppe Verso che ha commentato su Facebook: “Non poteva che essere a firma di tre idioti consiglieri alcuni dei quali basta guardarli in faccia…”. Contro reazione del consigliere Safina: “Provvederò a querelare il signor Giuseppe Verso e donerò l’eventuale risarcimento all’ANPI”. E l’ANPI, con il suo presidente Aldo Virzì, canta vittoria: “Una provincia che vuole riscattarsi e allinearsi ai principi della Costituzione, dell’antifascismo”. C’è anche la vicenda Alcamo a tenere banco. E’ lo stesso presidente ad unire i due fatti: “Ad Alcamo, con voto unanime, il consiglio comunale ha deciso di aderire all’anagrafe dei Comuni antifascisti creato dal Comune di Stazzema, città martire, dove venne perpetrata una delle più crudeli stragi dai nazifascisti. Il comune di Alcamo, da ieri, potrà orgogliosamente fregiarsi di essere <<Comune antifascista>> in tutte le sue manifestazioni. A Trapani il consiglio comunale ha deciso, sia pure a maggioranza, di accogliere la proposta che obbliga tutti coloro che chiederanno una autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico di aggiungere una dichiarazione di adesione ai principi costituzionali dell’antifascismo e di non permettere che nei loro locali possano svolgersi manifestazioni o altre forme di propaganda contrarie ai principi dell’antifascismo. Già in precedenza il consiglio comunale del capoluogo, così come quello di Erice, avevano approvato due mozioni dello stesso tenore che, purtroppo, sono rimaste lettera morta per la mancata traduzione in delibera da parte delle due amministrazioni. Ieri il consiglio comunale del capoluogo ha superato questo ostacolo inserendo la norma nel regolamento, diventato quindi norma giuridica”.
TRAPANI, ARREDO URBANO “ANTIFASCISTA”. RALLO E BICA ALL’ATTACCO. SAFINA: “QUERELO GIUSEPPE VERSO”
22 Marzo 2019
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