Maurizio Accardo (50 anni) e Davide Amato (21 anni) sono in carcere a San Giuliano. Ma Polizia ed investigatori continuano a farsi la stessa domanda. Cosa dovevano farci di tutte le armi che sono state scoperte e sequestrate in una operazione che ha portato a rinvenire in un sacchetto lanciato da un’auto in corsa un fucile a canne mozze con matricola abrasa, calibro 28, una carabina di precisione, calibro 9 Flobert e 100 cartucce. In casa di Amato, incensurato, anche 4 candelotti per fuochi d’artificio che però devono essere autorizzati per farli esplodere ed una pistola, una Colt 7,65 ed altre munizioni. La pistola trovata ben nascosta in una casa di campagna nella zona di Partinico. Accardo – figlio di Enzo Accardo, coinvolto nell’attentato dinamitardo alla segreteria politica dell’allora senatore Nino Papania – ed Amato sono finiti in manette dopo un rocambolesco inseguimento. Sono accusati di porto abusivo di armi, munizionamento vario e materiale esplodente. Dovranno dire ai magistrati a cosa servivano tutte queste armi che avevano acquistato a Palermo. La Polizia aveva infatti notato le frequenti trasferte nel capoluogo siciliano che si concludevano con il rientro ad Alcamo ma con un passaggio in diverse zone di campagna. I due sono finiti sotto osservazione e all’ennesimo “viaggio” a Palermo è scattata l’operazione di polizia. Gli agenti li hanno seguiti in autostrada ed hanno presidiato con posti di blocco le uscite Alcamo est e Castellammare. E proprio quando i due hanno deciso di uscire dall’autostrada sono stati chiamati ad intervenire per Accardo ed Amato, facendosi scudo con un’auto che li precedeva e che aveva visto il posto di blocco, hanno tentato la fuga lanciandosi ad alta velocità in direzione Alcamo. Dopo 500 metri di corsa frenata hanno deciso di lanciare dall’auto un sacco che la polizia ha prontamente recuperato. La loro fuga si è poi fermata ad un altro posto di blocco che gli ha impedito di sfuggire alla morsa della Polizia. Nel sacco che avevano buttato c’erano le armi. Nelle loro tasche anche 2.000 euro. Da qui l’arresto dei due, le perquisizioni anche nelle rispettive case ed il trasferimento al carcere di Trapani. E’ accaduto tutto lo scorso venerdì pomeriggio.
Maurizio Accardo Davide Amato