LA REGIONE VUOLE UCCELLARE I COMUNI, MA I COMUNI NON SI FANNO UCCELLARE. SALEMI E LA RETE EAS

25 Ottobre 2018

La rete idrica è spesso un colabrodo ed è un problema che riguarda quasi tutta la Sicilia. L’EAS è da tempo in liquidazione ed è un carrozzone burocratico-politico che produce soprattutto inefficienza. Da qui la trovata della Regione. Scaricare gestione ed i relativi costi della rete sui Comuni. Che devono però dare il via libera con un atto deliberativo. Cosa che non accade perché i consigli bocciano la soluzione del governo regionale e fanno quadrato con i propri sindaci. L’ultimo nella lista è quello di Salemi che ha detto no. Bocciatura condivisa in pieno dal primo cittadino Domenico Venuti: “Il Comune di Salemi ha portato a termine un percorso virtuoso di risanamento del bilancio e non può subire la presa in carico della rete acquedotti Eas senza prima avere certezza sugli strumenti economici e legislativi che possano garantire la sostenibilità economica di questa operazione”. Sindaco e giunta hanno già fatto un po’ di conti: “La presa in carico della rete acquedotti, se portata a termine, con le attuali condizioni, causerebbe ai cittadini un aumento del 300% delle tariffe sull’acqua senza alcun miglioramento del servizio”. La delibera, arrivata in aula, aveva i pareri negativi dell’ufficio tecnico, della ragioneria e dei revisori dei conti. Il no, dunque, oltre ad essere scontato era pure “blindato”. Venuti va al sodo: “L’attuale rete acquedotti versa in condizioni disastrate e non può prescindere da interventi urgenti e onerosi che non possono essere sostenuti dal Comune”. Ed ancora: “Il Comune di Salemi, negli ultimi quattro anni, ha provveduto a proprie spese alla riparazione dei continui guasti alla rete Eas. Interventi che ammontano a circa 400mila euro e per i quali il Comune attende ancora il rimborso”.Il sindaco ci tiene però a sottolineare che la sua amministrazione non ha “nessuna preclusione alla presa in carico, ma questa non può avvenire alla cieca, senza un piano economico che garantisca la sostenibilità del servizio. Servono inoltre interventi radicali sulla rete che non può essere consegnata nelle attuali condizioni all’ente”.

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