E’ davvero dura salutare Bartolo. Bartolomeo Peduzzi. E’ dura perché è una morte che viene difficile accettare. Ed è per me dura ricordarlo perchè i nostri anni di lavoro comune a Telescirocco e poi gli incontri, allo Stadio per le partite del Trapani, o per qualche evento o fatto che destava l’attenzione della stampa, hanno avuto come comune denominatore, il silenzio, con i nostri occhiad incrociarci. Una complicità strana, ma vera ed efficace. Eravamo quasi sempre d’accordo sulle valutazioni sportive. Senza dirci niente o poco più. Appunto, un’occhiata d’intesa ed un sorriso appena accennato, che diventava risata quando potevano uscire fuori dall’attenzione di chi stava “pontificando” sulle sorti del Trapani ed inTribuna i soloni si sono sempre sprecati. Ma era così anche in qualche conferenza stampa, del politico di turno. Bartolo, ragazzino che si è fatto uomo con una telecamera in spalla, conosceva tutto e tutti e qui i silenzi-assenso che rimandavano alla corbelleria appena ascoltata erano ancora più fragorosi. Non eravamo amici, ma questa peculiarità del nostro rapporto personale lo rendeva unico. Credo che anche in questo caso il silenzio possa essere lo strumento più efficace per comunicare. Un silenzio rispettoso del dolore profondo della famiglia e della moglie Tonia,che meritano tutta la nostra solidarietà. Non so cosa c’è dopo, non ho il dono di essere credente, ma so che non può finire soltanto così. Ciao Bartolo.
BARTOLO PEDUZZI, LA COMPLICITA’ DI UN SILENZIO
14 Agosto 2018
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