Su Birgi s’è detto di tutto. Ma in una società per azioni, come l’Airgest, contano i numeri e le decisioni del suo consiglio d’amministrazione. Numeri che vanno letti, compresi e confrontati con altri numeri. La recente assemblea dei soci ha deliberato l’aumento di capitale dopo avere approvato il bilancio d’esercizio 2017. Strumento finanziario che non può essere addebitato all’attuale Cda, perché il presidente Paolo Angius ed i consiglieri Elena Ferraro e Saverio Caruso sono entrati nella stanza dei bottoni nello scorso mese di febbraio, dopo le Regionali del novembre 2017 che hanno premiato Nello Musumeci. Il bilancio 2017 è stato dunque gestito da altri: dall’ex presidente Franco Giudice e dall’ex Cda. Ed al governo della Regione c’era Rosario Crocetta. Cade così, in questo caso, con le date l’accusa d’inefficienza e d’incapacità dell’attuale consiglio d’amministrazione che potrà essere messo alla prova con il bilancio d’esercizio 2018. Lo strumento finanziario approvato dall’assemblea dei soci registra una perdita di 1.753.218 euro. Bilancio in rosso, dunque. Da bocciare? E’ di certo una perdita ma ridotta rispetto al 2016, quando il Cda venne chiamato ad approvare il bilancio 2016 con un meno 2.439.000 euro. C’è un dato negativo ma comunque più contenuto. Ma c’è anche da dire che la riduzione più che “virtuosa” può essere definita storica. Se per una serie di eventi critici si riducono i costi, i debiti, necessariamente si riducono, così come possono aumentarne altri per vicende contingenti. E nel 2017 Birgi ne ha viste di cotte e di crude. Il 21 marzo ha preso atto della fine dell’accordo di co-marketing con Ryanair – asse portante dello sviluppo dello scalo trapanese, numeri alla mano – e le vicissitudini della stessa compagnia aerea irlandese, alle prese con questioni sindacali che l’hanno portata a ridurre voli in tutti il mondo e di conseguenza anche a Trapani che, di suo, ha fatto ben poco con il tira e molla sul nuovo accordo di co-marketing. La riduzione dei voli Ryanair è stata del 65%. Nella relazione sul bilancio 2017 il presidente Angius scrive parole chiare sulla perdita d’esercizio: “Il risultato è stato determinato, in larga parte, dalla contrazione dei volumi di traffico di oltre il 13% registratasi soprattutto nell’ultimo bimestre dell’anno”. Contrazione dovuta anche per la chiusura dello scalo, dal 6 novembre al 10 dicembre dell’anno scorso per la manutenzione straordinaria della pista. Nonostante tutto Birgi ha registrato 1.292.957 passeggeri. Nel momento di maggiore crescita dello scalo, nel 2013, raggiunse quota 1.878.557 passeggeri. La comparazione tra i due dati non può che confermare la forza e le potenzialità dell’aeroporto trapanese. Che lo stesso presidente Angius mette in evidenza nella relazione: “Con adeguati livelli di traffico, sostenibili per infrastrutture e organizzazione, la società è in grado di raggiungere il pareggio di bilancio, accompagnandolo ad un progressivo miglioramento della redditività aziendale”. Messaggio chiaro e forte che ha una voce sottointesa. Senza il peso economico del co-marketing – ora responsabilità della Regione e dei Comuni che hanno sottoscritto il nuovo piano di rilancio dello scalo – i conti della società torneranno in ordine. E’ meglio dire che stanno per tornare in ordine perché la Regione – azionista di maggioranza con il 99,93% di azioni – ha dato il suo via libera ad un aumento di capitale di 12 milioni e 500 mila euro. Scelta che porta ad azzerare la posizione debitoria dell’Airgest che, al 31 dicembre del 2017, ha accumulato debiti per 13.417.732 euro. C’è da aggiungere che è in fase di conclusione l’iter tecnico ed amministrativo che consentirà di dar vita al nuovo co-marketing che coinvolge anche l’aeroporto di Comiso, con un investimento triennale di circa 14 milioni di euro. Nel pomeriggio s’è svolto a Palermo un vertice all’Assessorato regionale al Turismo. Presente il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, in rappresentanza degli altri Comuni che partecipato al piano di rilancio. Riunione aperta ai rappresentanti di Airgest e della Soaco, società di gestione dello scalo di Comiso. Con i dirigenti dell’Assessorato sono stati chiariti alcuni aspetti tecnici per la gestione dei 14 milioni di euro. Soddisfatto e fiducioso il sindaco di Marsala: “Ritengo che fra pochi giorni l’iter dovrebbe essere completato e si potrà finalmente ultimare la procedura con la pubblicazione del bando di gara”. Se ne occuperà la centrale unica di committenza “Trinacria srl”. E’ la versione riveduta e corretta del bando bocciato dal Tar di Palermo dopo il ricorso presentato da Alitalia. Non sfugge che ci si trova di fronte ad un momento cruciale per i due aeroporti. Con il nuovo co-marketing Birgi e Comiso potrebbero riprendere la strada dello sviluppo ed essere due scali protagonisti del progetto di fusione che dovrebbe portare – così come prevede il Piano nazionale di settore – alla costituzione di un polo aeroportuale della Sicilia occidentale (Palermo, Birgi, Lampedusa e Pantelleria) ed un altro della Sicilia orientale (Comiso e Catania), con un’unica società di gestione per ognuna delle due nuove strutture di trasporto aereo. I numeri del bilancio 2017 fanno giustizia anche sulla propaganda politica di un Cda che avrebbe compensi sopra le righe. Il costo degli amministratori di una società per azioni che ha costi di produzione pari a 12 milioni di euro, spende per il suo vertice appena che 46.534 euro in totale. A cui si aggiungono 50.800 euro all’anno per il collegio sindacale.
BIRGI, I “NUMERI” DELL’AEROPORTO CHE METTONO A TACERE LA PROPAGANDA
27 Luglio 2018
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