Il Pd di Marsala, almeno una sua parte, – quella guidata dal segretario cittadino Antonella Milazzo – sfiducia il sindaco Alberto Di Girolamo e chiede le dimissioni degli assessori in giunta, Anna Maria Angileri e Clara Ruggieri. Immediato l’intervento del segretario provinciale dei Dem Marco Campagna che prova ad evitare che lo scontro possa diventare rottura definitiva: “In merito alle determinazioni assunte dalla direzione del circolo di Marsala, nel pieno rispetto delle scelte del circolo, salvo gli eventuali adempimenti degli organi competenti per statuto ad assumere le determinazioni del caso, non si può non invitare il partito, il gruppo consiliare, che ne esce spaccato, il sindaco Di Girolamo e i nostri assessori ad una ulteriore riflessione unitaria sulle scelte da compiere. Anche in merito alla delicata situazione politica nazionale e i passaggi che ne verranno. Ma sopratutto visto il ruolo che il Pd con i suoi organi politici, sindaco e amministratori hanno assunto nella città di Marsala. Tutto questo impone di anteporre il bene comune ad altro. Confido che la lungimiranza e visione di tutti porterà ad una adeguata soluzione della crisi”. Il Pd marsalese rischia davvero d’implodere. La sfiducia al sindaco – accusato di non avere coinvolto il partito nelle scelte strategiche, di non avere voluto confrontari con la sua dirigenza, di non avere mai sostenuto le strategie politiche dem per allargare la maggioranza e di non avere mai preso in considerazione le esigenze amministrative e politiche del partito – non viene sostenuta da tre dei cinque consiglieri del gruppo Pd. C’è infatti il no Federica Meo e di Mario Rodriquez e Calogero Ferreri. Dall’altra parte della barricata, pronti invece allo scontro con il primo cittadino, il capogruppo Antonio Vinci, che al momento sarebbe in minoranza all’interno del gruppo, ed Angelo Di Girolamo che ha firmato la mozione di sfiducia presentata dal consigliere del Psi Michele Gandolfo. Il consigliere Di Girolamo ha poi sottolineato di averlo fatto soltanto per ufficializzare il suo dissenso nei confronti dell’amministrazione e che non l’avrebbe mai votata. E’ sempre più evidente che all’interno del Pd c’è una netta linea di demarcazione e che l’amministrazione Di Girolamo è causa ma anche pretesto della sfida interna.