BACINO DI CARENAGGIO, ASSESSORE TURANO: “NON SONO D’ACCORDO CON CGIL ED EX LAVORATORI”

28 Febbraio 2018

L’assessore Turano non torna indietro: “Continuo a pensare, e sarà, per me, azione di governo, che tra la ristrutturazione del bacino di carenaggio, di proprietà della Regione, e l’area dell’ex Cantiere Navale, del demanio, deve essere un collegamento, una sinergia”. Turano ha scritto al Ministero chiedendo di sospendere l’assegnazione dell’area ex CNT e di concordare un percorso comune con la Regione. Ma gli ex lavoratori del Cantiere Navale e la Cgil l’hanno invitato a soprassedere. Anzi, a tornare sui suoi passi, per accelerare i tempi di assegnazione dell’area. “Non sono d’accordo – replica a distanza l’assessore regionale alle Attività Produttive  – perché le loro ragioni non sono convincenti. Deve essere chiaro che si sta mettendo in discussione un investimento importante della Regione, che ha speso 10 milioni di euro per ristrutturare il bacino e che sta per spendere un altro milione di euro, la carte sono sul mio tavolo e mi accingo a firmare gli atti, per renderlo operativo con un nuovo impianto elettrico. Il bacino ha bisogno dell’area demaniale. Non si può far finta di nulla. E non possono bastare le rassicurazioni di chi si sta aggiudicando l’area. Trapani ha una grande tradizione nella cantieristica navale, che non può essere mortificata da esigenze contingenti. Mi dispiace. Non sono d’accordo con la Cgil. E lo dico chiaramente. Se c’è da fare la <<guerra>> sono pronto a farla perché il futuro di un bacino come quello di Trapani non può essere legato soltanto al futuro, se pur legittimo e rispettabilissimo, di una decina di ex lavoratori del CNT. Senza quell’area il bacino non è nulla”. E Turano mette in campo i rischi: “Sapete cosa può accadere? Che il bacino, essendo mobile, possa finire da qualche altra parte. Oppure che venga messo a gara. Ma senza quell’area vale un euro e può finire nel gioco degli interessi che non sono certo quelli del porto di Trapani e della sua città. Bisogna comprendersi fino in fondo. Oggi uno sbocco a mare è oro in una struttura portuale come quella del capoluogo. Ed invece il bacino – 5 mila tonnellate – deve rimanere a Trapani e l’area deve essere messa al suo servizio”. Turano ha anche parlato degli altri bacini: palermitani, in particolare: “In quello da 52 mila tonnellate sono stati investiti 40 milioni di euro. Sarà il primo bacino al mondo e potrà ospitare navi da crociera, petroliere e piattaforme petrolifere. Ce n’è poi un altro da 19 mila tonnellate che avrà la sua funzione nel rilancio complessivo della cantieristica navale siciliana”. Turano, già che c’era, è entrato nel merito anche delle ultime vicende che hanno riguardato l’aeroporto di Birgi: “Io, da presidente della Provincia, ho portato Ryanair a Trapani. Sempre io ho firmato il contratto con la compagnia aerea irlandese assumendomi tutte le responsabilità, che non erano poche in quella fase. Ecco perché su Birgi non accetto lezioni e sono pronto a qualsiasi confronto”. Anche sul nuovo consiglio di amministrazione della società di gestione: “Ho cercato Angius, che è ora il nuovo presidente di Airgest non perché era mio amico ma perché conosce la storia dell’aeroporto e potrà essere immediatamente esecutivo, perché non c’è tempo da perdere ed il percorso è tracciato. Bisogna ripubblicare il bando da 15 milioni di euro per ridare fiducia e slancio agli operatori turistici e per dare un futuro allo scalo trapanese”.

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