Elezione diretta, come ha deciso l’Assemblea regionale siciliana, o di secondo grado, come aveva deciso, sempre l’Ars, il punto di maggiore polemica ed attenzione – in tempi d’interessato populismo – è quello delle indennità. Il presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani – se e quando verrà eletto, c’è chi ritiene che il governo nazionale impugnerà la legge approvata a Sala D’Ercole – potrà contare su un’indennità pari a quella del sindaco del Comune capoluogo. L’indennità del primo cittadino era di 4.151,23 euro al mese, indennità lorda. In un anno: 49.814,76 euro. La legge approva all’Ars prevede anche l’elezione diretta del Consiglio del Libero Consorzio. Quello trapanese rientra nella seconda fascia, popolazione residente superiore a 300 mila abitanti ed inferiore a 600 mila. I trapanesi sono circa 435 mila. Il Consiglio sarà composto da 25 rappresentanti. Avranno l’indennità prevista per i consiglieri della città capoluogo. A Palazzo Cavarretta – sede del consiglio comunale di Trapani – le sedute d’aula e di commissione erano pari ad 87 euro. Ma i 30 consiglieri non potevano superare la soglia massima di 1.779 euro al mese. I consiglieri del Consorzio saranno 25: quelli dell’ex consiglio provinciale erano 34. Al massimo, dunque, il Consiglio del Consorzio costerà 44.475 euro al mese, anche in questo caso si tratta d’indennità al lordo. In un anno il Consiglio in questione potrebbe costare, sempre al massimo, 533.700 euro. Il “pacchetto” completo, presidente e consiglio, potrebbe dunque costare in tutto, 583.514,76 euro. L’elezione diretta del presidente e del Consiglio del Libero Consorzio prevede il premio di maggioranza: il 60% dei seggi con il 40% di voti se nessun altro ha superato il 50%; la soglia di sbarramento al 5%; il voto di genere, con la doppia preferenza; il voto disgiunto; la scheda unica per presidente e consiglio.
La reazione del sindaco di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia Leoluca Orlando
Per il primo cittadino il voto dell’Ars conferma “quanto sia urgente e necessaria la discontinuità non soltanto col Governo ma anche col modo di fare politica rappresentato da questa Assemblea Regionale. Mentre giorno dopo giorno si susseguono le emergenze sociali, economiche ed ambientali e mentre tutte le statistiche confermano come la Sicilia, senza una veloce inversione di rotta, è destinata al sottosviluppo per decenni, una accozzaglia politica variegata usa il Parlamento per l’ennesima marchetta pre-elettorale volta unicamente a creare poltrone ed aspettative di poltrone, indennità ed aspettative di indennità da usare come merce di scambio nella imminente campagna elettorale o come paracadute per coloro che non saranno riconfermati. Proprio quando finalmente si è arrivati ad un punto di certezza normativa e mentre in tutta Italia gli enti intermedi sono spariti da tre anni, in Sicilia ci apprestiamo a farli risorgere, ricreando quella situazione di incertezza che negli anni ha portato gravi danni, per citare i più clamorosi, al sistema dei servizi sociali, dell’istruzione e della viabilità”.
L’elezione diretta vale anche per i Sindaci delle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e per i rispettivi Consigli. Nelle more dell’elezione dei nuovi organismi istituzionali le Città Metropolitane verranno commissariate. Il voto per presidenti e sindaci metropolitani dovrebbe tenersi nella prossima primavera.