INCENDIO ALCAMO, PER L’ASP DI TRAPANI LA SITUAZIONE E’ SOTTO CONTROLLO

2 Agosto 2017

“I risultati delle centraline sulla qualità dell’aria sono nelle norma o al di sotto della norma”. La conferma è arrivata dall’ARPA di Trapani. L’incendio dell’impianto per la raccolta differenziata di contrada Sasi ad Alcamo non ha prodotto una emergenza ambientale. I dati attuali dicono questo. Sono state effettuate una serie di campionature per la diossina sul monte Bonifato ed in alcune zone abitate. I risultati finali verranno forniti tra venerdì e lunedì prossimi. L’unità di crisi provinciale per la gestione del piano d’emergenza per la sicurezza degli alimenti si è riunita, oggi, alla direzione generale dell’ASP di Trapani. Un altro dato incoraggiante è l’assenza di accessi al pronto soccorso dell’ospedale di Alcamo, dal giorno dell’incendio, domenica scorsa, per sintomi di patologie respiratorie. All’unità di crisi ha partecipato anche l’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi. L’unità è coordinata da responsabile del dipartimento Prevenzione dell’ASP Francesco Di Gregorio su delega del commissario straordinario Giovanni Bavetta. Al vertice hanno relazionato i dirigenti dell’Azienda Sebastiano Corso, Giuseppe Internicola, Silvana Cascio, Roberto Messineo, Matteo Cipponeri e Rosario Pollar. Corso – si legge nella nota dell’ASP – ha riferito “sulle possibili refluenze in ambito vegetale, rassicurando che essendogli oltre 200 tipi di diossine liposolubili e non idrosolubli, è sufficiente un accurato lavaggio dell’ortofrutta per evitare ogni rischio di ingestione. E’ però fatto divieto di raccolta nella zona di funghi spontanei, frutti di bosco, e anche di lumache. Inoltre vanno evitate anche di raccogliere le cucurbitacee prodotte nella zona, zucchine, meloni, angurie. Internicola ha invece relazionato sulle verifiche negli allevamenti: “E’ stata conclusa l’ispezione in tutte le aziende zootecniche nel raggio di 5 kilometri dall’incidente ed è stato verificato che tutti gli animali sono alimentati da paglia e fieno raccolti prima dell’evento o da mangimi composti, mentre non vi sono bovini da latte. Per il latte ovino si è in un periodo della  stagione per cui non viene inviato ai caseifici. Per il resto si rimane in attesa dei campionamenti per verificare le ricadute al suolo di diossina per effettuare ulteriori provvedimenti”.

 

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