BIRGI, LE DIMISSIONI DI GIUDICE ED ANGIUS, IL RUOLO DELLA REGIONE, I PASSEGGERI IN CALO E LA CRESCITA DI PALERMO

31 Luglio 2017

La Regione si gira dall’altra parte ed arriva la contromossa del presidente e del suo vice. Il consiglio d’amministrazione dell’Airgest è in crisi dopo le dimissioni congiunte del presidente Franco Giudice e del numero due della società di gestione dello scalo di Birgi Paolo Angius. Il primo nominato dalla stessa Regione, dopo un accordo con il governo nazionale, il secondo espressione della parte privata che ha progressivamente lasciato quote ed interesse nei confronti del “Vincenzo Florio”. Si tratta di dimissioni “tattiche”. Saranno infatti operative dal prossimo 3 agosto, giorno in cui tornerà a riunirsi l’assemblea dei soci che potrebbe dunque respingerle. Sta di fatto che, al momento, nel Cda dell’Airgest ci sono due dimissionari, Giudice ed Angius, ed un terzo componente, Luciana Giammanco, espressione diretta della Regione che, con il suo 60% di quote, rimane l’azionista di maggioranza della società. Le dimissioni sono arrivate dopo l’esito negativo dell’assemblea dei soci dello scorso 27 luglio che avrebbe dovuto fare chiarezza sulla ricapitalizzazione della società. Nella manovra economica regionale sono stati stanziati 6 milioni di euro come prima tranche della ricapitalizzazione. Il “buco” complessivo è di 15 milioni di euro. Percorso parallelo quello del co-marketing, con il bando di gara di 20 milioni di euro per i prossimi 3 anni. Fondi che sono nella stessa finanziaria – assieme all’impegno dei Comuni e ad altre somme relative all’assestamento di bilancio del 2016-  che ha dato il via libera ad un primo intervento per la ricapitalizzazione. Le dimissioni di Giudice e Angius riaprono il confronto con la Regione, che ha come obiettivo strategico quello della privatizzazione degli scali siciliani per far nascere i poli aeroportuali, ma finora non è ancora riuscita a definire un percorso condiviso e sopratutto verificato sul campo. L’aeroporto sa già che dal 6 novembre all’11 dicembre dovrà chiudere i battenti perché l’Aeronautica Militare ha deciso d’intervenire sulla pista per migliorare i livelli di sicurezza con una serie di opere di manutenzione straordinaria. I dati sul traffico aereo nel periodo che va da gennaio a giugno segnano una flessione, -3,5% rispetto all’anno scorso, dovuta al calo dei passeggeri nazionali, 495.015 (-9,6%) che è stato ridotto dall’aumento dei passeggeri internazionali, 170.080 (+20,1%). I transiti diretti sono stati 134 in totale. I passeggeri da gennaio a giugno sono stati 665.229. Nello stesso periodo l’aeroporto di Palermo ha registrato 2.538.136 passeggeri con un aumento del 5,7% rispetto al 2016.

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