UN SALUTO A ROCCO GIACOMAZZI

6 Luglio 2017

Non ero amico di Rocco Giacomazzi. Qualche anno ci divideva. Non ho lavorato al suo fianco, perché durante la mia direzione di Telesud lui si occupava di amministrazione. Non ci frequentavamo così tanto da sentirmi legittimato a parlare di lui con dovizia di particolari, riscontrando le sue doti umane e professionali. Non ho particolari storie o aneddoti da raccontare. Una testimonianza, questa sì! Ho sempre visto in lui l’amore per le sue idee. Non ha mai nascosto la sua appartenenza. Anzi, l’ha coltivata e valorizzata. Non ha mai abbandonato i valori in cui ha creduto e credeva, al di là delle dinamiche politiche del momento. E’ stato sempre da una parte. Che non significa necessariamente essere coerenti, perché se la parte è sbagliata, l’uomo ha gli strumenti per cambiare, anche se stesso. Significa invece essere veri. Avere una condotta di vita che si esprime nel lavoro, nella vita privata, in ogni momento della propria esistenza. Ecco. Per me Giacomazzi è stato tutto questo. Ha vissuto seguendo un ideale che non ha mai tradito. Ha vissuto da uomo. A Giacomazzi mi lega invece un altro rapporto, per interposta persona, attraverso il figlio Tore. Con lui ho condiviso uno dei momenti, almeno finora, più belli della mia vita. Momenti di svago, di gioia, di sport. Momenti vissuti in quel di San Vito Lo Capo, poco più che ragazzini, protagonisti di un torneo di calcio sulla sabbia che giocammo – eravamo compagni di squadra con Tore – come se fosse la finale di Champions League. Vincemmo la finale ai calci di rigore ed uno dei cinque lo realizzò proprio lui. Siamo cresciuti, diciamolo meglio, siamo invecchiati, ma ad ogni occasione d’incontro, di saluto, è stato, per me, un motivo d’emozione, di ricordo, silenzioso, molto personale. Sono i flashback della vita, che agli altri possono anche non dir nulla ma che accompagnano invece quella di ognuno di noi. Scrivo questo perchè appena ho letto la triste notizia della morte di Rocco Giacomazzi, mi sono ritrovato lui che entrava nella mia stanza per difendere i valori della sua Destra, e Tore che tirava quel calcio di rigore.

Vito Manca

 

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