Salvatore Lombardo doveva morire perchè aveva “sgarrato”. Perché il furto di un camion e di merce del DESPAR di Partanna portava la sua firma. Ed il 21 maggio del 2009 Lombardo è stato punito. Due colpi di fucile calibro 12 l’hanno steso davanti al bar Smart Cafè”. Era appena tornato dalla caserma dei Carabinieri perché aveva l’obbligo di firma. Lombardo era un pregiudicato. Ma quel giorno, il suo ultimo giorno di vita, tutti i suoi movimenti erano sotto controllo perché doveva morire. Carabinieri e Polizia, cercando il superlatitante Matteo Messina Denaro, sono riusciti a ricostruire i fatti, tutti i segmenti di un omicidio che era rimasto, fino a quel momento, un rompicapo. Le immagini della videosorveglianza del fioraio e del gioielliere che avevano le loro attività commerciali vicine al bar avevano permesso di ricostruire qualche pezzo dell’omicidio. Le forze dell’ordine erano arrivate sul posto dopo una segnalazione anonima ed avevano trovato Lombardo a terra. Il 26 novembre del 2015, la svolta. Vengono arrestati gli esecutori materiali dell’omicidio. Nicolò Nicolosi ed Attilio Fogazza. Erano loro due gli uomini a bordo della Polo scura che aveva seguito Lombardo in caserma. Ed erano loro ad essere intervenuti quando la vittima era tornata al bar. Nicolosi e Fogazza hanno contribuito a chiarire i fatti perché nel frattempo sono diventati collaboratori di giustizia. Omicidio che avevano portato a termine perché l’aveva deciso Giovanni Domenico Scimonelli, rappresentante della famiglia mafiosa di Partanna e gestore, di fatto, del supermercato. Era stato dunque fatto a lui lo “sgarro” da parte di Lombardo. Carabinieri e Polizia, in queste ultime ore, hanno aggiunto un altro tassello, arrestando Giuseppe Genna di Paceco e Rosario Scalia di Castelvetrano. Il primo aveva messo a disposizione la Polo scuro utilizzata per l’omicidio ed in seguito aveva messo a disposizione di Nicolosi e Fogazza un’altra auto “pulita” per far perdere le tracce dei due. Scalia aveva invece avuto il compito d’intrattenere Lombardo al bar e di avvertire, con sms, Scimonelli, che era in zona, degli spostamenti di Lombardo e della sua decisione di andare in caserma per l’obbligo di firma. Scimonelli, a sua volta, aveva avvertito Nicolosi e Fogazza che si sono messi sulle tracce di Lombardo seguendolo in caserma e poi al suo rientro al bar per colpirlo a morte.
Giuseppe Genna Rosario Scalia