Nè sindaco, nè giunta e neanche consiglio comunale. E’ l’esito del voto dell’11 giugno e del ballottaggio anomalo di 15 giorni dopo. La città di Trapani si ritrova con la sua classe politica ed istituzionale azzerata. Le vicende giudiziarie e la volontà degli elettori trapanesi hanno posto il Comune di fronte ad una nuova fase, quella del commissariamento da parte della Regione. Tra qualche ora, al massimo tra qualche giorno, prima dovranno chiarirsi le idee il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore regionale alle Autonomie Locali Luisa Lantieri, Trapanu avrà un commissario che dovrà accompagnarla alla prima tornata elettorale utile che, al momento rimane, quella della primavera del 2018. Poco meno di anno di commissariamento che potrà consentire alla città di voltare decisamente pagina o di riproporsi con i protagosti – almeno in parte – del voto appena concluso. Il capoluogo non ha più un classe dirigente. Ha invece qualche mese di tempo, dopo la pausa estiva, per poter costruire un nuovo progetto politico. L’onorevole Nino Oddo ha già proposto il governo di salute pubblica: un confronto tra la politica, e di conseguenza larghe intese tra i partiti, e l’antipolitica, che l’esponente socialista schiaccia sul Movimento Cinquestelle o comunque su chi si sente fuori, lontano e contro le forme tradizionali della politica. Proposta che ha però subito un problema da superare: quello del nome del candidato sindaco che, al di sopra delle parti politiche, possa fare da garante e da garanzia. Il Pd, che si sente tradito dall’elettorato per la sconfitta di Pietro Savona, avrà qualche responsabilità in più rispetto agli altri partiti. Dovrà, se ne avrà la forza, fare la prima mossa, indicare un percorso da seguire, anche se a fine anno sarà chiamato a cambiare la sua classe dirigente. Si aprirà infatti il confronto congressuale cittadino. Il centrodestra sarà messo alla prova del dopo senatore Antonio D’Alì. Il silenzio del parlamentare di Forza Italia dopo l’esito del voto dell’11 giugno “dice” più di tante parole. I numeri elettorali continuano però a parlare. Dicono che il centrodestra unito, o comunque un’area moderata alternativa al Pd, continua ad essere maggioranza in città. I numeri dicono che il maggior partito della città è quello dell’astensione e lì possono “pescare” tutti. Le vicende elettorali e giudiziarie che hanno interessato Mimmo Fazio l’hanno poi “eliminato” dalle dinamiche politiche. Chi “favoleggia” accordi con questo o con quello rischia di finire fuoristrada. La scelta solitaria di Fazio di lasciare la competizione elettorale dopo un primo turno più che soddisfacente, viste le condizioni date – arresti domiciliari, metà della campagna elettorale fermata, ritorno alla libertà e primo posto al ballottaggio con il 32% ed a meno di 3.000 voti dalla vittoria al primo turno – gli ha tolto una delle sue armi migliori, la fiducia della gente. In tanti, fuori e dentro le liste, non hanno compreso e gradito la sua decisione non mediata e discussa e difficilmente sarebbero pronti a ripartire. E’ sempre più probabile, dunque, che la sua carriera politica si sia conclusa lo scorso 13 giugno quando ha annunciato il suo ritiro dalla competizione elettorale. Trapani è dunque ha davanti a sè se stessa. Commissariamento più o meno lungo, dovrà porsi il problema di costruire una nuova classe dirigente, o di “riciclare” quella che già c’è.
TRAPANI, VOTO, COMMISSARIAMENTO E FUTURO DELLA CITTA’
28 Giugno 2017
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