OPERAZIONE “MARE MONSTRUM”. L’INDAGINE

19 Maggio 2017

Al centro dell’operazione “Mare Monstrum” c’è la figura dell’imprenditore Ettore Morace. “L’indagine – si legge nella nota del comando provinciale dei carabinieri di Trapani – è stata incentrata sulla figura dell’armatore Ettore Morace, proprietario della Liberty Lines, compagnia di navigazione, con sede a Trapani, e leader nel settore del trasporto passeggeri su imbarcazioni veloci, e prendeva avvio dal riscontro di gravi irregolarità circa l’affidamento, proprio a favore della Liberty Lines, dei servizi di collegamento a mezzo di unità veloci per le Isole Egadi ed Eolie. Nello specifico si accertava un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso la indebita ingerenza di Salvatrice Severino, già dirigente del Servizio 2 Trasporto regionale aereo e marittimo dell’assessorato alle Infrastrutture e Trasporti, nonché dal deputato regionale trapanese Mimmo Fazio”. Le investigazioni dei carabinieri hanno riscontrato “una reale cointeressenza economica tra l’armatore Morace e l’onorevole Fazio, tale da poter ipotizzare il reato di abuso d’ufficio nella condotta di quest’ultimo”. Morace viene invece indicato come un armatore molto attivo “nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale, finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione dei fondi regionali <<gonfiati>>”. L’inchiesta chiama in causa l’attuale sottosegretario al Ministero dei Trasporti Simona Licari. L’ex sindaco di Cefalù, rappresentante di Alternativa Popolare, il Movimento del Ministro degli Esteri Angelino Alfano, viene considerata come soggetto politico fortemente legato a Morace. Nella nota dei carabinieri viene sottolineato che il fratello della Vicari è un dipendente della Liberty Lines. “Attraverso l’interessamento della Vicari – continua la nota – Morace riusciva ad ottenere nel periodo monitorato la presentazione e l’approvazione di un emendamento alla Legge di Stabilità dello Stato, con il quale veniva ridotta l’imposta IVA dal 10 al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro ed un notevole arricchimento della società Liberty Lines”. Morace grazie alla Vicaria, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe ottenuto anche “il ritiro della proposta di nomina di un consulente, inviso a Morace, all’assessorato regionale ai Trasporti”. Un altro capitolo dell’inchiesta è quello che riguarda il segretario particolare dell’attuale assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio. Si tratta di Giuseppe Montalto, ai “domiciliari” come Fazio. Montalto avrebbe ottenuto da Morace “l’assunzione di un amico giornalista nell’ufficio stampa della Liberty Lines e la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con Siremar Spa dell’amica Marianna Caronia”. Morace viene tirato in ballo anche per le sue iniziative che avevano come obiettivo quello di “ottenere un intervento presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del TAR Sicilia del 21 febbraio, dispositivo con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla Liberty Lines avverso l’annullamento, in autotutela, della gara d’appalto per i trasporti su navi veloci per il 2016. Tale annullamento era stato operato dalla Regione a causa delle riscontrate sovra-compensazioni. Di fatto, con la decisione del TAR, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro”. Nell’operazione “Mare Monstrum” c’è spazio anche per una “spy story”. Morace ed il fratello Gianluca “imbastivano – si legge nella nota del comando dei carabinieri – un’attività d’intercettazione abusiva nei confronti di un dipendente, sospettato di essere in accordo con la concorrenza. L’attività veniva attuata con l’ausilio di un’agenzia d’investigazioni private di Napoli ed attraverso l’installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente. Attraverso tale attività illecita gli armatori Morace riuscivano ad incamerare importanti informazioni che confermavano i loro sospetti”. C’era anche chi lavorava contro i Morace: “Il Gruppo Franza poneva, a sua volta in essere, manovre per danneggiare il concorrente Morace, condotte anche grazie al concorso di Gisabella”. Quest’ultimo è un carabiniere. Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la sua sospensione. I reati contestati a vario titolo sono corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico, rivelazione del segreto d’ufficio ed installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni telefoniche. Le indagini hanno preso corpo e consistenza con la testimonianza del dirigente regionale Fulvio Bellomo. L’inchiesta è coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo ed è stata affidata ai comandi provinciali dei carabinieri di Trapani e Palermo.

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