Fa un passo indietro sulle primarie e si dimette da vicesegretario provinciale del Pd. Lo “strappo” di Enzo Abbruscato è su tutta la linea. E’ uno “strappo” politico. All’ex capogruppo consiliare il Pd così com’è non piace. Ritiene che sia un partito sempre più lontano dalla sua stessa cultura politica. Ha vissuto in questi mesi una condizione di assoluta criticità nei confronti delle scelte dei Dem, a tutti i livelli, anche sul referendum costituzionale. Da uomo di partito ha rispettato le scelte della dirigenza ma ora ha deciso di tracciare una linea di confine e di definire un nuovo percorso. Perchè Abbruscato fa un passo indietro per provare a farne uno avanti. Lo dice con chiarezza nel documento che ha diffuso alla stampa per motivare la sua scelta di non partecipare alle primarie: “Oggi, forse per la prima volta in vita mia, mi tiro indietro. Ma attraverso questo <<tirarmi indietro>> voglio andare avanti. Non sono il solo, all’interno di questo partito, a vivere questa sensazione di disagio rispetto le scelte complessive. Ho avuto modo, qualche tempo fa, di parlarne con Michele Emiliano, un uomo che da tempo vuole svolgere il ruolo di coscienza critica di quell’area del Pd che sente l’esigenza di un cambiamento. E ne parlo, quotidianamente, con i miei amici, la gente che mi ha sostenuto e che io provo, con il mio impegno ed i miei limiti, a rappresentare nei luoghi della politica e dell’amministrazione. Sono loro, gli amici che mi sostengono e con i quali mi confronto, a dettare la mia agenda politica, loro che mi rappresentano e mi fanno toccare con mano le esigenze reali dei territori, della mia città. Quel <<noi>> che temo il nostro partito stia perdendo”. Abbruscato entra nel merito della decisione per rilanciare il suo impegno politico: “Mi ritiro dalle primarie perché ritengo che si stiano trasformando in qualcosa di diverso da quello che avrebbero dovuto essere. Adesso inizia per me e, spero, per una fetta importante di questo partito e dell’intero centrosinistra, un periodo di riflessione e di azione nuova. Ovviamente non è nemmeno in discussione il mio impegno a favore del partito per tutte le competizioni elettorali, come è sempre stato. Un impegno che sarà sempre pieno e consapevole”. Da qui l’annuncio di fare un passo indietro anche dalle responsabilità di partito: “Chiudo con una comunicazione, l’unica possibile dopo questa introduzione: lascio la carica di vicesegretario provinciale, una carica che era frutto della condivisione di un percorso, in quel momento. Questa condivisione è finita e mi sembra corretto abbandonare la carica”. L’alleanza interna che portò all’elezione dell’attuale segretario provinciale Marco Campagna finisce per subire un contraccolpo. Nella sfida con il sindaco di Valderice Mino Spezia, l’area ex Megafono – vicina al presidente della Regione Rosario Crocetta -, rappresentata sul territorio provinciale anche da Abbruscato fece la sua parte per l’elezione di Campagna. Ma era la fine del 2013 e da quel momento sono cambiate tante cose nel Pd. Maggioranza che prima dello “strappo” di Abbruscato ha registrato tensioni e prese di posizione con il presidente dell’assemblea provinciale Christian Emmola, espressione dei “renziani” amici del sottosegretario Davide Faraone. Le dimissioni da vicesegretario provinciale di Abbruscato aprono dunque il confronto tra i Dem andando oltre i confini della città di Trapani. Sta comunque di fatto che dopo le rinunce di Abbruscato e, prima ancora, di Dario Safina, il Pd ha il suo candidato sindaco, Pietro Savona ed è con lui che dovrà definire la strategia per affrontare le Comunali di primavera.
TRAPANI, ABBRUSCATO: “QUESTO PD NON MI PIACE. FACCIO UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI”
23 Dicembre 2016
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