“In tanti mi chiedono, ma tu che vuoi fare? Ho risposto, io voglio fare ciò che volete che io faccia. Decideremo assieme”. Ed i tanti, i forzisti di lungo corso e qualche amico di sempre, gli chiedono di candidarsi a sindaco di Trapani. Il senatore Antonio D’Alì, come si dice, non conferma e non smentisce: ascolta. Ed aggiunge: “Nulla escludo e nulla pretendo se non la considerazione di Forza Italia non per me ma per il partito”. Il senatore, alla presenza del coordinatore regionale Gianfranco Miccichè, e di fronte ad una platea di forzisti trapanesi convocati nel pomeriggio nella sala conferenze dell’Hotel Crystal, ha anche delineato la piattaforma politica per la città e per l’intera provincia. D’Alì rilancia sulla Grande Città: “E’ un progetto guida ed unico che proporremo per Trapani ed Erice”. Al resto del territorio provinciale dice di “superare rivalità arcaiche”. Riconosce e sottolinea che la provincia di Trapani “non ha soltanto un capoluogo forte e tanti piccoli Comuni ma è definita da cinque grandi centri”. Punta, considerandola una delle priorità della riorganizzazione forzista, “ad un nuovo assetto amministrativo del territorio”, perchè il <<No>> al referendum costituzionale ha confermato le Province ma qui in Sicilia c’è da fare i conti con i Liberi Consorzi Comunali, “commissariati da quattro anni e mezzo da Crocetta, il peggior presidente della Regione che la Sicilia abbia mai avuto”. D’Alì sul fronte dell’ex Provincia, che ha amministrato da presidente, segnala l’emergenza scuole per l’agibilità, l’abbandono delle strade provinciali e il rischio stipendi per i dipendenti”. Il senatore ha chiamato in causa Miccichè rivendicando “ruolo e spazio” per il partito trapanese, perché in passato “ci siamo sentiti emarginati ed in qualche caso utilizzati”. Forza Italia sa di dover affrontare una lunga tornata elettorale, Amministrative e Regionali nel 2017, ma forse anche le Politiche se ci saranno elezioni anticipate. Nell’agenda del senatore e come cartina di tornasole dell’interesse del partito regionale nei confronti di quello trapanese, pone un dato politico: “Non possiamo accettare che l’esito delle elezioni alla Regione sia già scritto”. In un sistema ormai tripolare, con Pd e Cinquestelle “serve un centrodestra unito”. Ma serve anche rendere protagonista il territorio trapanese: “che deve avere una valida rappresentanza che manca da quando non c’è più Nino Croce. Con chi non lo so. Con chi è qui, o con chi è qui e indicherà qualcun altro”. Sul tavolo del dibattito interno e del confronto con il vertice regionale del suo partito D’Alì mette in gioco due questioni. Quella dell’aeroporto di Birgi: “E’ nelle mani della Regione ma nessuno indica quale dovrà essere il suo futuro. Ai Comuni è stato chiesto di contribuire. L’hanno fatto e lo stanno facendo ma non hanno la possibilità di discutere ed intervenire sulle dinamiche contrattuali. Non hanno voce”. L’altra questione aperta è il porto di Trapani: “La riforma, che abbiamo avversato e contrastato, lo obbliga ad essere assoggettato all’Autorità di Sistema. Crocetta ha detto di avere impugnato tutto ma se l’ha fatto, l’ha fatto maldestramente. C’è poi un segnale negativo, la conferma del Ministro Delrio, che è il padre della riforma”. Nell’intervento del senatore, che ha aperto i lavori, il <<No>> al referendum non deve essere considerato come un no alle riforme: “Il prossimo Parlamento dovrà essere costituente ma per fare una riforma leggibile ed in sintonia che le esigenze del Paese”. Le sfide politiche ed elettorali dovranno essere affrontate “con una nuova classe politica e dirigente che deve saper puntare sui giovani e con una progettualità che abbia il territorio come riferimento ed una rinascita culturale come obiettivo. Tutto è cultura”.
TRAPANI, SENATORE D’ALI’: “COSA FARO’ LO DECIDEREMO ASSIEME”. LA BASE DICE: “SINDACO”
15 Dicembre 2016
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