TRAPANI, DOMANI AL VOTO LA DELIBERA SULLA INCOMPATIBILITA’ DI FAZIO

12 Dicembre 2016

Si va alla conta domani pomeriggio in consiglio comunale. Al punto quattro dell’ordine del giorno c’è la cosiddetta “delibera Fazio”. La “verifica – come si legge nell’oggetto dell’atto – in ordine alla eventuale sussistenza d’intervenuta causa d’incompatibilità alla carica rivestita per ragione di lite pendente con il Comune di Trapani”. E’ sempre la vicenda Dolce e fa riferimento alla causa civile di risarcimento danni che l’ex presidente dell’ATM ha avviato e che ha registrato la sentenza di primo grado. Il tribunale di Trapani ha bocciato le ragioni dell’ex presidente che chiedeva un risarcimento di 200 mila euro. Dolce ha però impugnato la sentenza di primo grado, riaprendo la vertenza consiliare sulla eventuale incompatibilità di Fazio alla carica di consigliere perché nella vertenza Dolce potrebbe essere rilevata una lite pendente nei confronti del Comune. Dolce ha chiamato in causa Fazio ma anche il Comune se l’onorevole non dovesse, in caso di condanna, pagare il dovuto. I fatti attuali dicono che il risarcimento è stato bocciato e di conseguenza non potrebbe esserci alcuna lite pendente con il Comune perché mancherebbe l’oggetto del contendere. Ma la decisione di Dolce di appellare la sentenza – la prima udienza presso la Corte d’Appello territoriale si terrà il prossimo 7 giugno – ha riaperto la questione incompatibilità che l’aula aveva deciso di sospendere dopo il primo grado. Si è anche discusso in consiglio dei tempi ed il diretto interessato ha chiesto alla stessa aula di esprimersi sulla sua eventuale incompatibilità. Fazio non si è limitato alle dichiarazioni consiliari ma anche presentato una diffida alla presidenza del consiglio. A poche ore dalla seduta consiliare ci sono le prime reazioni sul voto che dovrebbe esserci domani. Il gruppo del Psi (Domenico Ferrante, Pietro Cafarelli ed Andrea Vassallo), ha deciso di astenersi sulla votazione e l’annuncio è arrivato dall’onorevole Nino Oddo, che ha anticipato la decisione dei socialisti con un post su Facebook.

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