TRAPANI, IL SEGRETARIO LIOTTA NON E’ “ROBESPIERRE”. LA SUA NOTA SU PAUSA CAFFE’ E PAUSA PRANZO

1 Dicembre 2016

La parte del “Robespierre” di Palazzo che taglia le teste dei dipendenti del Comune di Trapani non gli si addice e non vuole per alcun motivo calarsi nel personaggio. E’ altro e l’ha voluto sottolineare con una nota ufficiale. Da qualche giorno Palazzo D’Alì è al centro dell’attenzione dei media per i provvedimenti presi dal segretario generale Raimondo Liotta. Provvedimenti ad effetto: pausa caffè, pausa pranzo, scambio di opinioni tra colleghi. Regole da rispettare ma in tempi di anti-politica e di populismo, occasione per forzare sulle reali questioni in campo. Liotta è così diventato il segretario dei divieti e della caccia ai dipendenti. Da qui la reazione: “Richiamare le regole dettate da norme di legge e dai contratti collettivi di lavoro non è usare il pugno di ferro o minacciare, ma piuttosto ribadire la necessità della doverosa osservanza delle stesse, a tutela del posto di lavoro e nel contempo dei diritti dei cittadini/utenti”. Liotta è entrato nel merito delle regole che ha voluto ricordare ai dipendenti del Comune: “Per quanto riguarda la pausa caffè o lo scambio di opinioni tra colleghi, nessun divieto, ma solo il richiamo ad evitare pause eccessivamente lunghe che potrebbero incidere sulla qualità del servizio.
Va ribadito che nessuna disposizione impartita dal sottoscritto è ordinata al fine di vietare la pausa caffè ai dipendenti comunali, bensì, unicamente, al fine di prevenire probabili abusi”. Il segretario è poi passato alla pausa pranzo: “E’ stato solo ricordato che il vigente contratto collettivo di lavoro prevede che la stessa non sia inferiore alla mezz’ora nè superiore alle due ore, pena la perdita del buono pasto”. Tutto qui. Liotta vuole essere più diretto possibile: “Il richiamo al rispetto delle regole non può e non deve essere inteso quale azione repressiva nei confronti dei dipendenti, ma solo ed esclusivamente quale invito al rispetto del ruolo rivestito, e soprattutto al fine di evitare che incauti comportamenti possano comportare gravissime sanzioni a carico dei lavoratori stessi”.

Notizie Correlate