CONTENZIOSO DOLCE-FAZIO. LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

21 Ottobre 2016

Il giudice Giovanna Orlando ha lasciato poco spazio alle ragioni di Vito Dolce e del suo avvocato Angelo Galati. Una delle obiezioni più costitenti del giudice riguarda il collegamento tra la condanna penale dell’ex sindaco Mimmo Fazio per tentata violenza privata e la richiesta di risarcimento (200 mila euro) per danni patrimoniali, non patrimoniali, morali ed esistenziali, che era stata presentata dall’ex presidente dell’ATM. “E’ utile precisare – scrive il giudice – che secondo il consolidato insegnamento della Corte di Cassazione, nel vigente ordinamento, il diritto al risarcimento del danno conseguente alla lesione di un diritto soggettivo non è riconosciuto con caratteristiche e finalità punitive, ma in relazione all’effettivo pregiudizio subito dal titolare del diritto leso nè il medesimo ordinamento consente l’arricchimento se non sussista una causa giustificatrice dello spostamento patrimoniale da un soggetto ad un altro”. Viene così acclarato che la vicenda giudiziaria penale ha un suo percorso e le sue dinamiche e che non c’è un collegamento diretto tra una sentenza di condanna ed una richiesta di risarcimento del danno perché quest’ultimo deve essere motivato nel merito. Quando il giudice entra nel merito della vicenda non accoglie la richiesta di Dolce perché “le deduzioni attoree sono del tutto generiche, poiché nulla attestano in ordine al danno biologico e patrimoniale ad una eventuale patologia, anche di natura psicologica, del Dolce (infatti, lo stesso non è stato supportato dall’allegazione di una lesione dell’integrità psico-fisica suscettibile di valutazione medico-legale) e, soprattutto, in merito all’esistenza di un nesso di causalità tra la stessa patologia e la commissione del fatto-reato”. Il giudice aggiunge che “nulla risulta provato nè documentalmente nè con le prove orali in merito al lamentato danno da perdita di chance nè in merito all’esistenza dello stesso danno, nè, soprattutto, in merito al nesso causale relativo ai fatti costituenti reato da cui scaturisce l’odierno giudizio”. C’è poi un punto che è stato oggetto di contrapposizione politica e che viene evidenziato dal giudice: “Non può che rilevarsi che Fazio Girolamo risulta essere stato assolto dal reato di abuso d’ufficio per avere revocato Dolce Vito dall’incarico dello stesso rivestito da presidente della SAU ed il ricorso avverso tale provvedimento di revoca risulta rigettato dal TAR Sicilia con sentenza confermata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia”.

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