ALCAMO, CONFISCA DI BENI ALL’IMPRENDITORE VINCENZO CAMPO

8 Ottobre 2016

Confisca definitiva di beni per l’imprenditore alcamese Vincenzo Campo, condannato a 4 anni di reclusione per reati tributari e fondamentali. La confisca dei beni è scattata dopo la sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Campo. L’imprenditore è stato condannato perché la Guardia di Finanza ha scoperto il suo ruolo di amministratore, di fatto, della società “Centro Distribuzioni Merci Alcamese srl”. Omessa dichiarazione dei redditi e dell’Iva, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale i reati commessi da Campo. I beni mobili ed immobili confiscati ammontano ad un valore di 522.000 euro. Ma si tratta soltanto di una parte del patrimonio sequestrato all’imprenditore che è di 850 mila euro. Campo è attualmente in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il resto dei beni non confiscati è sotto sequestro conservativo. Tra i beni confiscati il 50% delle quote della società “NOEMI srl” di Alcamo ed i beni ad essa intestati oltre ad altri beni mobili ed immobili che erano nell’effettiva disponibilità del condannato. In quest’ambito anche una lussuosa villletta ed una imbarcazione da diporto a motore. Tutto è cominciato con le verifiche e gli accertamenti della Tenenza di Alcamo nei confronti della società “Centro Distribuzioni Merci Alcamese srl” che sono state avviate nel 2009. Indagini e verifiche che sono state estese ad altre società. Comune denominatore quello della presenza di prestanome che curavano gli interessi di Campo. Il sistema scoperto dalla Guardia di Finanza, durante le indagini sulla società in questione, ha permesso di portare alla luce le modalità della bancarotta patrimoniale: la società era di fatto nelle mani di Campo; l’imprenditore ha aperto una serie di conti bancari con il deposito di piccole somme di denaro che tuttavia gli hanno consentito di ottenere il rilascio di libretti di assegni; con questi assegni, postdatati e senza copertura finanziaria, ha pagato l’acquisto da vari fornitori di merce successivamente venduta sottocosto. Si trattava di generi aliminentari, lubrificanti e pneumatici. Per i reati tributari e fallimentari Campo ha preso la condanna in primo grado dal Tribunale di Trapani nel febbraio 2014, confermata dalla Corte d’Appello di Palermo nello scorso mese di febbraio. Di recente la Cassazione ha messo fine alla vicenda giudiziaria sancendo l’irrevocabilità della decisione del Tribunale di Trapani.

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