TRAPANI, L’ANTIMAFIA APRE IL FRONTE CONTRO MASSONERIA E COSA NOSTRA

21 Luglio 2016

 

Conclusa la tre giorni della commissione nazionale anfimafia – cominciata a Palermo e terminata a Trapani – il presidente Rosy Bindi ha sintetizzato l’esito di audizioni ed approfondimenti: “Per noi si è aperto un filo d’inchiesta molto importante che è quello del rapporto tra massoneria e mafia”. Lo stesso presidente ha indicato il prossimo obiettivo della commissione: “Chiederemo ai  Gran Maestri, che convocheremo in commissione, se sono al corrente delle logge segrete e se sanno controllarle. La mafia con cui abbiamo a che fare oggi uccide meno ma incide di più nella vita sociale economica e politica del Paese.  Ciò che approfondiremo è  proprio il rapporto tra mafia e massoneria, oggetto di inchieste della Procura della Repubblica di Trapani”.Un capitolo a parte è stato aperto per il Comune di Castelvetrano. “Offre – ha aggiunto il presidente dell’Antimafia – uno spaccato delle nuove frontiere della mafia nel rapporto con la politica e le amministrazioni locali. Di fronte al consigliere comunale Giambalvo che dice, come emerge dalle intercettazioni, che darebbe la vita per Matteo Messina Denaro ci saremmo aspettati dal sindaco una presa di distanza che non c’è stata.  La vicenda del consiglio comunale di Castelvetrano ci inquieta e non ci fa stare tranquilli. In quella città il condizionamento mafioso non può non esserci e magari passa anche dalla massoneria”. L’Antimafia ha ascoltato, tra gli altri, il Procuratore capo della Repubblica di Trapani Marcello Viola ed i sostituti procuratori Marco Verzera ed Andrea Tarondo. Sul clima che si registra negli uffici giudiziari trapanesi si è espresso il vicepresidente della Commissione Claudio Fava: “Siamo preoccupati per il clima pesante alla Procura dove ci sono stati pedinamenti, intrusioni e tentativi di acquisizione di notizie riservate. La commissione avrà la funzione e lo scrupolo di vigilare”.

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