ROMA, D’ALI’: “AUTONOMIA DEL PORTO DI TRAPANI CANCELLATA”

6 Luglio 2016

Il nuovo sistema delle Autorità Portuali archivia l’autonomia del porto di Trapani. E per il senatore di Forza Italia, componente della commissione Lavori Pubblici, è già emergenza: “La commissione ha varato il parere favorevole al decreto Delrio sulle nuove Autorità Portuali di sistema che prevede che il porto di Trapani sia costretto ad essere accorpato all’Autorità Portuale di Palermo di cui subirà inevitabilmente l’egemonia. Per il parlamentare forzista c’è ancora uno spiraglio per evitare il peggio: “Lo stesso parere che ha registrato il mio voto contrario contiene la condizione, comunque ottenuta, che il governo sia obbligato a rispettare le prerogative delle Regioni a statuto speciale. E quindi la Regione Siciliana potrebbe chiedere di esprimere l’intesa prima che il governo vari il decreto definitivo e che in quella sede difenda l’autonomia del Porto di Trapani e quella del Porto di Messina. Ciò naturalmente dipenderà dalla volontà del presidente della Regione e dalla capacità della deputazione regionale trapanese di ottenere un suo intervento”. Sulla presenza di un rappresentante delle città capoluogo sedi di porti inseriti nel nuovo sistema delle Autorià di sistema e sull’apertura di uffici decentrati D’Alì non è fiducioso come la collega del Pd Pamela Orrù: Nello stesso parere il relatore Senatore Filippi ha parzialmente vanificato le richieste della senatrice Orrù e mie di prevedere la partecipazione di un rappresentante della città di Trapani al tavolo dell’Autorità di Sistema a Palermo. Forse per un caffè? Dato che è previsto che il rappresentante di Trapani possa intervenire solo per le questioni strettamente legate al Porto di Trapani e non per le politiche di sviluppo, strategia e organizzazione dell’intera autorità di sistema. Per di più non è obbligatorio che l’autorità di sistema apra uno sportello amministrativo decentrato a Trapani, il che comporterà certamente gravi disagi per i nostri operatori marittimi che avranno l’onere di doversi recare in quello palermitano”.

 

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