Ogni valutazione di ordine politico è rimandata alle audizioni in commissione regionale e nazionale antimafia. Il sindaco di Castelvetrano Felice Errante ha convocato la stampa a Palazzo di città per fare il punto della situazione sul cosiddetto “caso Giambalvo” e sugli sviluppi che potrebbero scaturire anche dopo l’autoscioglimento del consiglio comunale. “Le mie dimissioni – ha detto Errante – c’erano, ci sono e ci saranno”. Ma qualsiasi decisione passa prima da questo ulteriore chiarimento nelle sedi istituzionali. Errante ha poi voluto essere netto su un punto: “Sento la responsabiità di avere candidato Giambalvo”. Ha già una richiesta da fare all’antimafia nazionale e regionale: “Mi auguro che verrà poi definita una relazione o un comunicato stampa a conclusione dei loro lavori d’indagine per restituire la dignità alla città di Castelvetrano, che ha dimostrato con i fatti di essere una città antimafiosa”. Sul “caso Giambalvo” il sindaco ha voluto svelare un particolare: “Il giorno dopo la sua scarcerazione venne qui da me comunicandomi la sua volontà di tornare in consiglio. Gli dissi che sarebbe stato meglio che lasciasse, almeno in questa fase la politica, in attesa del giudizio definitivo. Anche se le sue frasi erano un limite invalicabile per chi vuole fare politica e rappresentare i cittadini. Anche se frutto di millatenteria o di megalomania non possono essere in alcun modo giustificate e non consentono di continuare ad essere un rappresentante delle istituzioni”. Il sindaco ha poi ricordato che “il Comune si è costituito parte civile in quel processo”. Ha precisato che “Non c’è nessuna indagine, almeno a mia conoscenza, sulla città e che di conseguenza il Comune non rischia alcun commissariamento per fatti di mafia”. Errante ha ripercorso tutte le tappe di questa lunga vicenda, dalla conferenza stampa di Claudio Fava che “da quel momento ha scatenato un uragano mediatico, senza precedenti sulla città”, al consiglio comunale alla presenza de “Le Iene”, dove “alcuni consiglieri non hanno fatto una gran bella figura. Ma non era facile tenere testa. Anch’io che sono avvezzo ai microfoni sento il dovere di scusarmi”, per passare poi alla riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza: “Non è assolutamente vero che il Prefetto sollecitò le dimissioni dei consiglieri. Mi disse solo, ed io con la sua autorizzazione, lo comunicai alla conferenza dei capigruppo che si tenne dopo che riteneva il consiglio comunale di Castelvetrano non all’altezza del sindaco”. Poi il tentativo di sospensione dell’attività consiliare ed infine le dimissioni di 19 consiglieri. “Dico 19 – ha sottolineato il sindaco Errante – perchè senza il loro gesto di responsabilità il consiglio ed il Comune non sarebbero usciti dallo stato d’imbarazzo in cui si trovavano. Voglio ringraziarli uno per uno ed a scanso di equivoci ci tengo a sottolineare che non fanno soltanto parte della mia coalizione ma anche dell’opposizione. Mi riferisco al gruppo guidato dal consigliere Perricone che non a caso, e legittimamente, punta a candidarsi a sindaco alle prossime elezioni”. Sia lui che i componenti del suo gruppo hanno dimostrato grande senso di responsabilità”. Non è così invece per il Pd che Errante considera “in campagna elettorale e lontano dagli interessi della città”. In conclusione il sindaco non ha nascosto di essere in imbarazzo “ad amministrare senza consiglio per uno come me che ha sempre creduto nella politica. La mancanza del consiglio è chiaramente un vulnus di democrazia che nasce da quello che cosidero un capriccio di Giambalvo”.
CASTELVETRANO, ERRANTE: “OGNI MIA VALUTAZIONE POLITICA DOPO LE AUDIZIONI ALL’ANTIMAFIA
12 Marzo 2016
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