ALCAMO, CUSUMANO: “QUESTA CITTA’ DEVE TORNARE GRANDE”

6 Marzo 2016

“Io ce la metterò tutta”, E poi il nodo in gola che spezza la voce e che rende tutto più vero, più sincero in una presentazione di candidatura a sindaco della città di Alcamo. L’emozione che ha colto Enzo Cusumano alla sua prima uscita ufficiale dopo il via libera alla sua corsa al governo della sua città. C’era tutto lo stato maggiore del Pd ad ascoltarlo, il segretario regionale Fausto Raciti, quello provinciale Marco Campagna, l’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi, il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo, l’onorevole Antonella Milazzo, la senatrice Pamela Orrù, i sindaci del partito, Giacomo Tranchida (Erice), Mino Spezia (Valderice), Alberto Di Girolamo (Marsala), Domenico Venuti (Salemi) ed anche amministratori della provincia di Palermo. Perchè, come ha affermato lo stesso Cusumano “Alcamo deve tornare ad avere la sua centralità e la sua capacità di essere cerniera tra le province di Trapani e Palermo”. Il candidato sindaco del Pd è pronto alla sfida, ad una battaglia “porta a porta” per ottenere il consenso degli alcamesi su un progetto. Cusumano punta ad una campagna elettorale “moderata nei toni e concreta nei contenuti”. Avrà al suo fianco un comitato elettorale e diversi tavoli tematici per definire un programma condiviso. Nel suo intervento – stamattina nella sala conferenze dell’Hotel Centrale – ha lanciato quelli che ha definito messaggi. “La pubblica amministrazione – ha detto – non può dare occupazione ma deve creare le condizioni per lo sviluppo governando i processi di crescita”. Per Cusumano serve “un buon piano regolatore”. Ma “puntando sul confronto con i Comuni vicini”. Lo sviluppo passa “dall’agricoltura ma anche dal turismo che devono essere interconessi, In Sicilia ci sono 600 agriturismo e di questi 120 sono nelle province di Trapani e Palermo”. Cusumano ha sottolineato la necessità di “migliorare la qualità della spesa nel settore dell’agricoltura. Basta capannoni che non servono a nulla”. Ci sono le Riserve di Monte Bonifato e dello Zingaro “da tutelare e da rilanciare”.

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