TRAPANI, IL PATTO DI PEPPE BOLOGNA PER IL VOTO ALLE PROSSIME COMUNALI. “NO A MINESTRE RISCALDATE”

5 Marzo 2016

Il Patto di Peppe Bologna. L’editore trapanese pensa alle Comunali del 2017 e lancia la sua proposta. L’ha fatto qualche giorno fa dal suo blog. “Assieme ad altri – ha scritto -, generosi e disinteressati, si è iniziato ad elaborare un progetto/programma per la G.C., Grande Città, individuando anche il candidato sindaco ed alcuni candidati al consiglio: tutti freschi, nuovi, giovani di età e di spirito. Stiamo andando avanti. Ma abbiamo appena iniziato. E lo sforzo massimo sta nel cercare o essere cercati da cittadini che comprendono lo spirito: Trapani può. Niente spocchia, niente titoli altisonanti, niente mercenari o scambisti. Il progetto non è meraviglioso ma sublime e realizzabile. Un progetto attorno al quale bisogna aggregare quanti hanno voglia di fare e dare o tentare di dare una risposta a chi giustamente si lamenta”. L’editore si tira fuori dal sospetto che possa tirare la volata a se stesso: “Chiederei aiuto se fossi interessato personalmente, invece no, sollecito sostegno, collaborazione, impegno, coerenza e condivisione per una Grande Città, per un paese reale, amministrato”. Bologna rispolvera quello che era stato non soltato il suo slogan nella campagna elettorale delle Provinciali, ma anche il nome della lista che lo sostenne, “Paese Reale”, quando si candidò alla presidenza della Provincia contro Giulia Adamo e Francesca Messana. Il Patto di Bologna taglia fuori l’attuale classe politica trapanese. Indica Fazio, Tranchida, D’Alì, Peppe Bianco come esponenti politici che appartengono al passato. Invita chi intende partecipare al Patto a mettersi al lavoro fin d’ora: “Per esprimere una proposta compiuta, forte, seria e convincente occorre tempo. Non si risolve tutto con un cretino o con le primarie, non regolamentate, o con minestre riscaldate. Più volte ho sostenuto che i candidati sindaco devono essere cinquantenni, al massimo, e che i consiglieri quaratenni, massimo”. Bologna punta ad un ricambio gerazionale oltre che politico. In precedenza aveva provato a sostenere il tentativo di rilancio dell’amministrazione comunale di Trapani avendo un ruolo di primo piano – era considerato uno dei “consiglieri” del primo cittadino – nel confronto sul rimpasto di giunta che avrebbe dovuto riappacificare la politica ed il sindaco Vito Damiano. Ma il primo cittadino fece saltare il tavolo, anche per responsabilità delle forze politiche che avrebbero dovuto condividere la nuova fase di governo della città. L’editore si è così progressivamente allontanato dalle scelte di Damiano ed ora con il Patto torna in prima linea. Ma avverte: “Le lacrime di coccodrillo , però, sono tipiche della nostra terra, ma, stavolta, non ci saranno prigionieri”.

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