A proposito di furbetti!!! Con stupore e sconcerto ho appreso l’evoluzione della vicenda legata alla mia richiesta, respinta, di candidatura alle primarie del PD alcamese. A questo punto ritengo doveroso riflettere su alcuni aspetti che sono stati oggetto di “prese di posizioni”, “comunicati” e “interviste” assolutamente strumentali, funzionali solo a creare confusione nell’opinione pubblica ed a nascondere le reali motivazioni di questa virulenta alzata di scudi. Inizialmente è stata sollevata da più parti la presunta “irregolarità” della mia richiesta, in quanto non tesserato del PD e per questo sono stato tacciato di “furberia”. Chi subdolamente ha formulato tale accusa dovrebbe sapere che il regolamento regionale del PD (art 4) stabilisce, in maniera chiara ed inequivocabile, quali sono i requisiti per avanzare la candidatura alle primarie: NON E’ RICHIESTO, COME OVVIO, ALCUN TIPO TESSERAMENTO. Allora dove sta il problema? Di quale furberia hanno blaterato alcuni improbabili luogotenenti locali, incluso l’unico (guarda un po’!) candidato ufficiale del PD alcamese? Chiarito tale aspetto, il fuoco di sbarramento si è spostato su opinabili questioni di opportunità, “…in considerazione dei miei anni di militanza in formazioni assolutamente distanti dalla politica e dall’identità del PD…” Quanta ipocrisia e malafede!! Sono sempre stato un libero (sottolineo libero) uomo e professionista, animato da passione civica ed amore per la propria città, che circa 10 anni fa si è candidato da esterno, senza alcuna tessera di partito, alla carica di sindaco, sostenuto da una coalizione di centro destra contro Giacomo Scala, allora sindaco uscente, perché non condividevo il modo di operare suo e di quella classe dirigente del PD, dalla quale ora tutti sembrano prendere le distanze, compreso l’attuale “candidato unico” alle cosiddette primarie, dott. Vincenzo Cusumano che, all’epoca, quale segretario locale, era presente in ogni manifestazione, palco o palchetto e che oggi, con malcelata furbizia, tenta di svincolarsi. Mi sono candidato, con chiaro spirito di servizio, alle scorse elezioni regionali a sostegno dell’amico on. Paolo Ruggirello, del quale ho osservato con interesse il percorso di “avvicinamento” al PD, agevolato dai propositi di “apertura e coinvolgimento di quelle risorse sensibili ad un processo di cambiamento”, sbandierato in tutte le salse da dirigenti nazionali e regionali del PD, Premier in testa. Qualcun altro ha perfino sostenuto che la mia “inopportunità” deriverebbe dall’avere assunto la difesa di parte civile del movimento ABC e dell’Avv. Solina nei processi per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio, così trasformando in una “colpa” quello che io sento come un motivo di vanto, e guarda caso oggi, paradossalmente, il coordinatore locale del partito proprio a quel movimento lancia improbabili segnali di apertura. Avv. Giuseppe Maria Massimo Benenati Quanto a coerenza, che dire dell’attuale presidente del consiglio comunale, che mi definisce “guastatore” ed “artefice di una pagina buia”, distrattamente dimenticando che a quella carica è stato fortemente voluto dall’allora senatore Papania, che oggi non pochi rinnegano. Quali questioni di opportunità politica sono state sollevate quando parlamentari (singoli o in gruppi) sono confluiti nel PD regionale e nazionale? O quando, ad esempio, l’on. De Pasquale, per ben due volte sindaco di Forza Italia a Ragusa, ha aderito al PD? E che dire del movimento politico regionale “ART. 4”? (ma l’elenco potrebbe essere lungo e noioso!). Cosa hanno obiettato (se qualcosa hanno obiettato) i locali paladini dell’ortodossia di partito quando, in occasione della Leopolda 2, svoltasi di recente a Palermo, il sottosegretario on. Faraone testualmente dichiarava: “dobbiamo avere l’ambizione e soprattutto il coraggio di essere una forza inclusiva e maggioritaria, aprendo ad esponenti che arrivano dal centrodestra”? Io distante dalla politica e dall’identità del PD? Quale politica? Quale identità? Quella che esprimeva il PD locale, ai tempi in cui il segretario comunale era l’attuale CANDIDATO UNICO Cusumano? Ebbene, si! Da quella politica e da quella identità ero e sono distinto e distante; come lo sono da tutti coloro i quali, maldestri allievi dei potenti di allora, adesso si affannano, sfacciati camaleonti, ad alzare cortine fumogene contro la mia candidatura. Non mi sentirei, invece, distante dal PD del nuovo corso; quello voluto da “Renzi il rottamatore” che, guarda caso, proprio dalla vecchia casta era stato sprezzantemente definito Berlusconi 2.0; quel Renzi che tenta di aprire mentre altri si ostinano a chiudere, che tenta di vincere mentre altri aspirano sadicamente ad isolarsi. Un’ultima considerazione: perché un candidato unico? Non viene il sospetto che tale risultato sia stato artatamente pianificato per evitare le primarie e con esse qualunque confronto interno ed esterno? Perché un partito, che vuole porsi alla testa del processo di cambiamento e di apertura, si ritrova, nella sostanza, privato dell’occasione di un sereno, plurale e proficuo scambio di idee e di progetti per la città? Perché attribuire con arroganza antipatiche patenti di “inopportunità politica” che solo la gente, con voto libero, alla fine di una sana competizione (come dovrebbero essere le primarie) potrebbe consegnare? Queste domande, alle quali certamente i nuovi custodi de tempio non risponderanno, rivolgo alla Città, come premessa e segno di una battaglia che intendo continuare.
avv.Giuseppe Maria Massimo Benenati