TRAPANI, FAZIO: “VOGLIONO SCIPPARCI IL PORTO”

27 Gennaio 2016

Il senatore D’Alì l’ha bollata come una soluzione “illegittima, indecente ed irricevibile”. Il deputato regionale Mimmo Fazio parla la considera “un errore ed un orrore”. Protagonista il porto di Trapani. Minacciato dall’accorpamento all’Autorità Portuale di Palermo, prevista nel decreto legislativo del governo Renzi. “Le preoccupazioni degli operatori del porto di Trapani – ha aggiunto Fazio – erano fondate e la proposta di decreto legislativo predisposta dal governo Renzi che accorpa il porto di Trapani con quello di Palermo in una unica autorità portuale della Sicilia Occidentale concretizza le peggiori previsioni. Tutto ciò è un errore ed un orrore. È inaccettabile poiché nega e mortifica la storia del nostro porto e della città di Trapani che del suo legame con il mare, proprio attraverso il porto, ha fatto motivo di sviluppo economico in piena autonomia dal resto del territorio dello Sicilia Occidentale”.Fazio suona l’allarme: “È di tutta evidenza che mettere il porto di Trapani sotto l’egida della Autorità Portuale di Palermo mette in serio pericolo ogni possibilità di futuro sviluppo non solo del capoluogo ma dell’intero territorio provinciale, che al nostro porto afferisce per l’esportazione e l’importazione di materie prime e semilavorati, penso all’industria del marmo, al settore agrolimentare, all’intenso traffico container che anima le banchine trapanesi. Traffici che da un domani prossimo rischiano di essere dirottati verso un territorio che è stato fino ad oggi concorrente con il nostro, lasciando residuali i movimenti merci e passeggeri di minore interesse a Trapani”.Una decisione calata dall’alto sull’asse Roma-Palermo che è stata presa “sulla testa dei trapanesi senza alcuna consultazione con gli enti locali e le forze economiche del territorio che avevano già espresso come Trapani intendesse continuare, in autonomia, anche in assenza di una Autorità Portuale, il percorso virtuoso di sviluppo economico e dei traffici portuali già avviato ed efficacemente sostenuto, ciascuno per proprie competenze da Capitaneria di Porto e Genio Civile per le Opere Marittime”. Anche Fazio, come D’Alì, chiama in causa le forze politiche ed i politici che avevano dato garanzie sull’autonomia del porto di Trapani. “Ne dovranno rispondere politicamente anche coloro che in questi anni di fronte alle preoccupazioni espresse dagli operatori portuali avevano tranquillizzato gli ambienti con promesse di autorevoli interventi presso il governo. Mi riferisco in particolare alle rassicurazioni del viceministro alle Infrastutture Riccardo Nencini ed agli impegni dell’onorevole Nino Oddo. Mai parole da loro pronunciate sul porto di Trapani furono più vane, al punto da poterle definire promesse da marinai”.

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