CASTELVETRANO, 16 FIRME ISOLANO IL CONSIGLIERE GIAMBALVO

26 Gennaio 2016

Se non è una mozione di sfiducia individuale poco ci manca. Non è prevista dalle leggi e dai regolamenti ma il documento politico che porta la firma di 16 consiglieri comunali di Castelvetrano è tale ed è rivolta al loro collega Lillo Giambalvo, appena ritornato in aula dopo l’assoluzione in primo grado nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden 2”. Giambalvo era finito nei guai per alcune intercettazioni. Ed è proprio dal loro contenuto che il documento prende spunto per “sfiduciarlo”. “Le affermazioni del consigliere Giambalvo- scrivono i 16 – se fatte per come riportate alla stampa sono sicuramente da deplorare e condannare. Le stesse risulterebbero inaccettabili per chiunque, ed a maggior ragione, per chi riveste un ruolo istituzionale”. Tra le righe potrebbe essere letta una discreta richiesta di dimissioni per togliere d’imbarazzo il consiglio. I 16 hanno poi voluto ribadire la loro “netta condanna per ogni forma di criminalità organizzata e mafiosa” e soprattutto la loro “piena fiducia della magistratura”. Tutto questo “senza volere entrare nel merito” della  vicenda giudiziaria che ha riguardato Giambalvo. Le firme sul documento sono quelle di Enrico Maria Adamo, Piero Barresi, Giuseppe Berlino, Tommaso Bertolino, Giuseppe Di Maio, Giusy Etiopia, Francesco Giannilivigni, Salvatore Ingrasciotta, Bartolomeo La Croce, Giampiero Lo Piano Rametta, Giacomo Saladino, Maria Sillitto, Ninni Vaccara, Salvatore Vaccarino, Gaspare Varvaro e Giuseppe Zaccone. Le 16 firme dicono che 15 sono di consiglieri di maggioranza ed una, quella di Vaccara, di minoranza. Dicono anche che Giambalvo è politicamente isolato in consiglio. L’opposizione, Pd in testa ed amici dell’ex sindaco Gianni Pompeo, ha una posizione ancora più dura. Tra le 16 firme ci sono anche quelle di due ex compagni di gruppo di Giambalvo, si tratta di Bertolino e Lo Piano Rametta, che continuano a far parte del gruppo di “Articolo 4” al quale aveva aderito Giambalvo dopo il suo ingresso in consiglio al posto di Giuseppe Rizzo. Manca invece nel documento la firma del terzo consigliere di “Articolo 4” Franco Martino.

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