BIRGI, SANTANGELO: “RIMANGA IN MANO AL PUBBLICO. NO AI PRIVATI, NO ALLA FUSIONE CON PALERMO”

24 Novembre 2018

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Vinceno Maurizio Santangelo, a 24 ore dalla seduta straordinaria ed aperta del consiglio comunale di Trapani sull’aeroporto di Birgi rimane polemico sulla gestione dello scalo ma apre al confronto. “Il Governo nazionale – ha dichiarato – è disponibile ad aprire immediatamente un tavolo con la Regione Siciliana per trovare insieme le soluzioni alla crisi che sta travolgendo l’aeroporto di Trapani Birgi, ma questa volontà deve partire necessariamente dalla Regione siciliana, e in particolare dal suo Presidente Musumeci, del cui ruolo istituzionale abbiamo grandissimo rispetto”. Deve dunque essere la Regione, azionista di maggioranza dell’Airgest (99% delle azioni) a fare la prima mossa. Ma il confronto auspicato da Santangelo ha due “ipoteche” politiche. Il parlamentare grillino ribadisce il suo no alla fusione con Palermo e ritiene che Birgi ma anche gli altri aeroporti siciliani debbano rimanere in mano pubblica. “Birgi  – ha sottolineato il sottosegretario – è un aeroporto importantissimo per i cittadini, per i giovani che si spostano, un servizio fondamentale nel territorio trapanese e il trasporto aereo è l’unico modo per raggiungere una zona della Sicilia che, purtroppo, ha innumerevoli carenze infrastrutturali”. Santangelo arriva al punto: “Il nodo fondamentale che adesso dobbiamo sciogliere è se privatizzare o lasciare pubblico l’aeroporto. Terremo conto di tutti i contributi, ma gli aeroporti in Sicilia devono rimanere pubblici”. Ed ancora: “Si è arrivati, spinti dalla crisi, al punto di concepire una fusione di Airgest – Birgi con Gesap – Punta Raisi, ma questo è un progetto che risale al Piano di Crocetta del settembre 2017. Crocetta aveva già deciso di portare Airgest alla fusione con Gesap, oppure di venderne le quote a privati. Tutto ciò è scritto nel Documento di Revisione Straordinaria delle Partecipate. Avevamo già capito, esaminando i bilanci e interloquendo con l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che i contributi di comarketing hanno fatto guadagnare solo il vettore atterrato a Trapani, ma contemporaneamente hanno portato l’Airgest al dissesto. Adesso siamo certi che, nel pieno della crisi, l’Autorità non aveva neanche ricevuto dalla Regione un vero Piano di risanamento dell’Airgest. Lo abbiamo scoperto leggendo una ordinanza della Corte dei Conti, nella quale la Corte fa presente alla Regione l’obbligo di inviare all’approvazione dell’Autorità dei Trasporti un Piano di risanamento triennale, proprio perché si trattava di salvare un’entità importantissima come Airgest, che fornisce al pubblico servizi di interesse generale. Non sappiamo, quindi, se questo Piano sia stato poi realizzato e inviato alla Corte dei Conti e se sia stato inviato e approvato dall’Autorità dei Trasporti. In ogni caso, vanno accertate dalla magistratura le responsabilità dei protagonisti di omissioni così evidenti. È certo che la Regione Siciliana abbia speso soldi dei contribuenti, ma i risultati negativi sono sotto i nostri occhi. C’è però chi racconta ancora che Airgest sia stata risanata e che adesso risulti appetibile”. Santangelo non ha dubbi: “Molto denaro pubblico è stato investito, ma i documenti dimostrano che una vera programmazione su Birgi non è mai esistita e che la società è stata lasciata al suo destino. Questi e altri documenti lo provano”. Il senatore pentastellato si rivolge poi direttamente ai sindaci per ringraziarli e per invitarli ad una battaglia comune: “Non dobbiamo permettere che l’aeroporto di Birgi vada a Gesap, sarò in prima linea al vostro fianco perché quanto paventato non accada. L’antidoto è l’accorpamento di tutti gli aeroporti siciliani. Bisogna metterli in rete per creare una Destinazione Sicilia. Così verrà data anche la possibilità ai piccoli scali di avere un maggiore potere contrattuale nei confronti dei vettori, con una regia pubblica, solo pubblica, che faccia l’interesse collettivo. Una proposta che riscuote atteggiamenti propositivi anche sul territorio, per una nuova stagione del marketing territoriale”.

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